Sublime non è grandezza, è intensità. Sublime non è altezza, è profondità. Sublime è la capacità di penetrare l’anima e farla vibrare di un suono pervasivo, totalizzante, che ti astrae da tutto il resto e, annullando per un istante ogni altra consapevole percezione, ti solleva, ti sublima.
«Bisogna fare della propria vita come si fa un’opera d’arte.
Bisogna che la vita di un uomo d’intelletto sia opera di lui.
La superiorità vera è tutta qui.»
G.D’Annunzio
Si dice che ogni uomo sia artefice del proprio destino.
Noi decidiamo come vivere la nostra vita; scegliamo chi essere, come agire, quali valori perseguire.
Tutto è frutto delle nostre scelte.
Una notte senza stelle. E una piena di stelle cadenti.
Un’alba senza sole e un crepuscolo senza luna.
Un cielo incredibilmente terso. E uno irrimediabilmente uggioso.
Immagini, simboli, suoni, musica e parole, ma anche silenzio, riflessione e solitudine. Essendo un po’ tutto e il contrario di tutto, non bisogna cadere nell’errore di banalizzarlo, racchiudendoci dentro tutte le emozioni e sensazioni provate.
Il Bello è misurato e armonico, facilmente leggibile dai nostri sensi e ci crea una sensazione di rassicurante piacere.
Il Sublime esce dagli schemi: un disordine nell’ordine delle cose, che non è a normale misura d’uomo: gli abissi, gli spazi immensi, il silenzio assoluto, l’oscurità totale.
“I lifted her head, she looked at me and said hold me darling, just a little while”
10 ottobre. Ore 15.46.
Non sarà un lunghissimo e smielato resoconto su questa giornata, tantomeno una stupida dichiarazione d’amore. Sappiamo che non ne sarei capace. Non so neanche io cosa voglio che sia, ma ormai non so nemmeno più se cambierà.
