Ri-Cercando il Sublime

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Ri-Cercando il Sublime

Immagini, simboli, suoni, musica e parole, ma anche silenzio, riflessione e solitudine. Essendo un po’  tutto e il contrario di tutto, non bisogna cadere nell’errore di banalizzarlo, racchiudendoci dentro tutte le emozioni e sensazioni provate.

La sua ricerca e il suo riconoscimento risultano complessi, ma quando si prova e vive un’esperienza sublime, il corpo, la mente e il cuore si allineano in una quasi magica armonia, fornendoci tutti gli strumenti necessari, che si credeva di non possedere, per farci assaporare ogni sua più piccola sfumatura, per permetterci di archiviarla nel cassetto segreto che ognuno di noi possiede, per tirarla fuori, gioirne o aggrapparsi in base alla necessità del momento.

Sublime non è vivere una folle notte d’amore, ma svegliarsi al mattino e sentire quella strana, perché rara, sensazione di essere al proprio posto.

Sublime è mangiare mirtilli offerti da una sconosciuta, anziana donna Estone, dopo aver affrontato insieme le gelide acque di un Mar Baltico fuori stagione.

Sublime è l’intuizione, la consapevolezza e la follia che un libro, una persona, una canzone o un luogo segnerà per sempre la nostra vita.

Sublime è anche l’infelicità, se vissuta come variante di stato d’animo, utile a far chiarezza; convivere con situazioni difficili che per un momento possano metterci in pausa per poi darci la spinta utile ad affrontare il cambiamento necessario.  

Sublime è l’abbraccio commovente tra un padre e la figlia, tanto aspettato quanto temuto, che libera entrambi da quell’ingiustificato senso di colpa. 

Sublime è imparare ad ascoltare il proprio corpo che, come la più ingegnosa tra le macchine, lancia infiniti suggerimenti e richieste d’aiuto.

Sublime è prendere e pretendere del tempo di qualità per noi stessi, guardarci allo specchio e vedere se ci restituisce l’immagine della persona che desideravamo diventare o se la direzione è quella giusta. 

Sublime è anche imparare a lasciarsi andare, accettare che quel pezzetto di viaggio condotto insieme non duri per sempre, che sia per scelta o imposto da un disegno più grande di cui non siamo a conoscenza.

Sublime è la forza innata dentro ciascuno di noi, che si (e ci) libera quando scegliamo e difendiamo un percorso atipico intrapreso, ma che sentiamo più nostro, rispetto a quello suggerito dalla buona norma o che ci si aspettava da noi.

Sublime è tutto questo e nulla di questo, ma senza dubbio molto di più. È diverso per ciascuno di noi.  È diverso anche per ognuno di noi in base al periodo della nostra vita, perché siamo esseri in continua e affascinante mutazione.

©L.Micali

Come spesso accade, si prova a mettere per iscritto pensieri, perplessità, curiosità e domande, probabilmente perché si pensa e spera che sia un modo efficace per fare ordine tra il caos e i demoni che tutti noi abbiamo dentro. Forse perché siamo figli di un tempo che ha creduto, e di conseguenza trasmesso, questo. Il più delle volte (questa è una di quelle) accade un processo inverso. Mettendo tutto nero su bianco, la nostra sete di conoscenza, per fortuna mai del tutto appagata, stuzzicata da questi nuovi stimoli o da una forma più definita di quelli esistenti, dà il via a nuove domande e alla conseguente ricerca di risposte o di quello che più si avvicina ad esserlo.

Ricordandoci che in fondo siamo tutti degli eterni studenti  e che Saggio è colui che sa di non sapere niente. 

Nel caso specifico non credo sia riuscita a dare una risposta, ma solo alternative confuse alla domanda “Cosa sia il Sublime per me”.  Inutile dirlo, a me ha fatto bene scrivere e condividere e se anche solo a una persona faccia bene leggere, allora tra la sensazione di benessere provata e quella di Sublime la linea è davvero sottile. 

Prendendo in prestito queste riflessioni

Auguro buona ricerca e cammino, qualsiasi esso sia e chiunque tu sia

Per scoprire chi sei devi smarrirti. È per questo che non devi adorare un solo libro, una sola immagine, una sola canzone: una passione unica è un falso dio che ti chiede il sacrificio di te stesso. I lettori selvaggi non temono di smarrirsi nelle molte vite in cui trovano infinitamente più che se stessi” 

G.Montesano

Un filosofo: è un uomo che sperimenta, vede, ode, sospetta, spera, sogna costantemente cose straordinarie; che viene colpito dai suoi propri pensieri come dall’esterno, come da sopra e da sotto, allo stesso modo che dalla sua specie di avvenimenti e fulmini; che è forse egli stesso un temporale, il quale si aggira gravido di nuovi lampi; un uomo fatale, intorno al quale c’è sempre qualcosa che brontola e rumoreggia e si spacca e suscita inquietudine.  Un filosofo: ah, un essere che spesso fugge via da sé, ha spesso paura di se stesso, ma è troppo curioso per non «ritornare» sempre «a se stesso»

F.Nietzsche

©L.Micali

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