Per chi non ha paura di essere ridicolo

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Per chi non ha paura di essere ridicolo

Un flusso di coscienza. Le pagine di un vecchio diario come la madeleine di Proust. Tra “i fiori del male” di Baudelaire e le rime di Fernando Pessoa, capiamo perchè dobbiamo avere cura delle stanze segrete delle altre persone; e delle nostre.

Un diario ritrovato e condiviso, per la precisione una Smemo 89, dà il via libera a questa serie di pensieri, scoperte, immaginazioni e ritrovate consapevolezze. Riaccendendo la speranza di riuscire a goderci e apprezzare quello che il più delle volte diamo per scontato.

Sollevando appena la copertina eccomi catapultata in un’altra vita che si presenta ai miei occhi sotto la forma di un puzzle in frantumi, i cui pezzetti sparpagliati prendono le sembianze di foto, disegni, biglietti di concerti e di aerei, ormai sbiaditi dal tempo, di frasi e pensieri, alcuni diventati poesie e testi di canzoni e altri invece forse troppo personali per avere il coraggio di lasciare quelle pagine.

© Lisa Micali

Sono dentro al passato di un uomo

Un uomo, allora ragazzo pieno di sogni e speranze, quel passato di cui è impossibile farne parte, e quante volte, credetemi, ho immaginato come sarebbe stato esserci!
Sono emozionata, ho timore di rovinare tutto, di essere indelicata o non essere all’altezza di meritare il regalo migliore mai ricevuto.
Mi faccio forza pensando all’immensa stima che ho di quest’uomo e mi convinco, dicendomi che se lui ha scelto di aprire questa porta, tenendomi per mano, allora dovrò impegnarmi per non rovinare tutto e restituire la stessa fiducia che lui ha riposto in me.

Metto un freno alle infinite domande che fluttuano nella mia mente, riguardo al periodo in questione, ai pensieri che hanno dato frutto a quei versi, ai loro protagonisti, sono reali o frutto d’immaginazione? Parliamo di esperienze vissute o fantasie di situazioni che avrebbe voluto vivere?

Ascolto le sue parole quasi spezzate dall’emozione di un ricordo felice o dalla rabbia perché “ non doveva andare così ” soprattutto le parole non dette, quelle celate dietro quell’espressione malinconica che sarà impossibile dimenticare.

E penso

Penso alle avvertenze di Rossella, che nella “sua stanza tutta per te” ci suggerisce di fare attenzione quando ci troviamo nelle stanze segrete di altre persone, di averne cura per non lasciare tracce indelebili oppure di regalare un souvenir spettacolare.

Penso e sorrido al ragazzo non conosciuto che particolarmente affascinato da una poesia tratta dalla raccolta “I fiori del male” di Baudelaire, sente la necessità di trascriverla e aggiungerci un finale di suo pugno.

Penso e ritrovo la stessa sensibilità nei pensieri attuali, di nuovo alcuni diventati testi e canzoni e altri nuovamente tenuti segreti, sensibilità forse solo più indurita dal tempo e dall’esperienze vissute.

Penso al tempo e all’inutile rapporto problematico che il più delle volte abbiamo con esso. Per quanto personalmente mi sforzi di vivere serenamente il tempo presente, sono consapevole che guardo ancora troppo spesso ai “mostri” del passato e allo stesso tempo con un’ansia eccessiva verso il futuro.

Penso alla fortuna che ho di avere attorno a me, le persone fantastiche che ho attorno e a tutte quelle volte che ho pensato che non fosse abbastanza, perché focalizzata sul tempo, il luogo e l’età.

Penso che sono innamorata della vita e voglio credere davvero che 
fuori c’è un mondo ancora da scoprire e magari ancora un paio di vite da vivere”.
E chiedo scusa per tutte quelle volte che ho pensato il contrario non vedendo vie d’uscita, perché adesso comprendo un po’ di più che non siamo soli in questo mondo e, nel bene e nel male, è inevitabile che le nostre scelte condizionino anche la vita delle persone che hanno scelto di starci a fianco. Credo anche che sia il giusto prezzo da pagare per non essere completamente soli.

Penso nascondendomi dietro un foglio, al re di quest’abitudine codarda, Fernando Pessoa, poeta portoghese che ha trascorso un’intera esistenza nascondendo qualsiasi sentimento, non vivendo la propria vita, anzi creando una serie di eteronimi.
Penso a lui però per la lezione ed eredità che ci ha lasciato, perché quasi alla fine della sua tormentata vita si rende conto di una grande verità, solo apparentemente banale.

© Lisa Micali

Tutte le lettere d’amore sono 
ridicole.
Non sarebbero lettere d’amore se non fossero
ridicole.
Anch’io ho scritto ai miei tempi lettere d’amore, 
come le altre,
ridicole.
Le lettere d’amore, se c’è l’amore, 
devono essere 
ridicole.
Ma dopotutto solo coloro che non hanno mai scritto 
lettere d’amore 
sono
ridicoli.
Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo 
senza accorgermene
lettere d’amore 
ridicole.
La verità è che oggi 
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.
(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente
ridicole).


Fernando Pessoa – Tutte le lettere d’amore sono ridicole

E penso che, nell’attimo in cui deciderai di fare quel piccolo e coraggioso passo in più ti si aprirà una porta con una vista che neanche immagini perché, in questo momento, ogni tassello è al posto giusto.
Devi solo decidere lo scaffale dove sistemare quella Smemo.

© Lisa Micali

A tutti quelli che non hanno paura di esseri ridicoli

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