La poesia bohémien de “Fiori del Male”, la Parigi sovversiva di Victor Hugo, i volti di porcellana languidi e oleosi della Belle Époque, i colori della pittura fauves di Kees van Dongen, il cinema noir di inizio ‘900, e quello più recente di Moulin Rouge!, sfilano tra i bassifondi della Senna. A ridar loro vita è John Galliano, che mette in scena “Artisanal”, un elegante e commuovente trionfo del quale la moda aveva bisogno.
“Artisanal”: John Galliano per Maison Margiela, Parigi Haute Couture 2024
Guardinghi, curiosi e carichi di quel fascino intriso di arte, spleen e decadenza della Parigi di inizio ‘800, i personaggi usciti dalle pagine di Le Misérables aprono la sfilata “Artisanal” della Maison Margiela, creata dal genio di John Galliano.
È il pubblico a sentirsi quasi intruso, tra Flâneur che vagano proteggendosi con cappotti e maschere sartoriali, e oleose bambole di porcellana dai volti languidi e scintillanti, in un drama romantico alla Belle Époque e copricapi che sono tutt’uno con visi dipinti, omaggi alla pittura fauves di Kees Van Dongen.
L’interpretazione dei modelli-performer ha il fascino di Gloria Swanson in “Viale del tramonto“. Le silhouette degli abiti che sfilano sotto al ponte della Senna ricordano quelle di “La polizia bussa alla porta“. Sono solo alcuni degli omaggi al cinema noir che John Galliano sceglie fare con “Artisanal” per la Maison Margiela. Il film dal sapore noir che introduce lo show è infatti affidato alla regia di Baz Luhrmann, premio oscar per scenografie e costumi di “Moulin Rouge!”.
Le forme del corpo sono drammaticamente valorizzare da trasparenze, abiti in pizzo, corsetti e crinoline dalle lavorazioni sovversive e dai volumi magnifici, che destrutturano, celebrano e provocano l’anatomia umana.
La suspense del grande schermo accompagna l’intero show, in una teatrale Danse Macabre che sembra decantare i versi che Charles Baudelaire ha dedicato a Ernest Christophe nel suo capolavoro-manifesto “Les Fleurs du Mal” (I fiori del male).
Sotto al Pont Alexandre III, tra l’umidità di una Parigi sotterranea offuscata dal fumo, gli invitati assistono allo show seduti agli esclusivi tavoli segreti di uno speakeasy specchiato nel legno, tra luci, ombre e stecche da biliardo al profumo di whisky.
Lucky Love, interessante artista queer un po’ Edith Piaf, un po’ Freddie Mercury, apre lo show con la sua voce accompagnata da un coro Gospel, e lo chiude con una camminata elegante e orgogliosa che celebra il potere e la bellezza del talento e dell’unicità.
“Artisanal”: John Galliano per Maison Margiela, Parigi Haute Couture 2024
“Artisanal” di John Galliano per Maison Margiela chiude le giornate della prima edizione 2024 della Haute Couture di Parigi con una celebrazione dei linguaggi espressivi elevati ad opera d’arte.
Un commuovente trionfo, un elegante capolavoro di John Galliano del quale la moda aveva profondamente bisogno, e che ce ne ricorda la sua evocativa, celebrativa, umana magnificenza.
Danse Macabre, “Les Fleurs du Mal“, Charles Pierre Baudelaire, 1857
Fiera della sua nobile statura, come una persona viva,
col suo gran mazzo di fiori, il fazzoletto e i guanti,
lei ha la noncuranza e la disinvoltura
d’una civetta magra dall’aria stravagante.
Hai visto mai al ballo una vita più sottile?
La sua veste esagerata, nella sua ampiezza regale,
ricade abbondante sopra un piede magro, stretto
nella scarpina infiocchettata, graziosa come un fiore.
Il collarino che le scherza intorno alle clavicole,
come un ruscello lascivo strisciante contro la roccia,
difende pudico dai lazzi ridicoli
le funebri grazie che vuole nascondere.
Che occhi profondi di vuoto e di tenebre!
Come oscilla mollemente sulle fragili vertebre
il suo cranio acconciato di fiori con arte!
Oh, fascino d’un nulla follemente agghindato!
Alcuni diranno che tu sei una caricatura;
amanti ebbri di carne, non capiscono
l’eleganza senza nome dell’umana armatura.
Ma tu rispondi, grande scheletro, al mio gusto più caro!
Vieni forse a tubare, con la tua possente smorfia,
le feste della Vita? O ti spinge credula
al sabba del Piacere qualche antica voglia
speronando ancora la tua vivente carcassa?
Speri dunque di cacciare il tuo incubo beffardo
al canto dei violini, alla fiamma delle candele?
Vieni a chiedere che il torrente delle orge
rinfreschi l’inferno acceso nel tuo cuore?
Inesauribile pozzo di stoltezza e di colpe!
Eterno alambicco dell’antico dolore!
Come vedo ancora errante l’insaziabile aspide
il traliccio curvo delle tue costole!
Temo che tutta la tua civetteria
non troverà un compenso degno dei tuoi sforzi:
quale cuore mortale capirà lo scherzo?
L’incanto dell’orrore inebria solo i forti.
L’abisso dei tuoi occhi, pieno d’orribili pensieri,
esala vertigine, e i cauti ballerini
non contempleranno senza nausee amare.