Dall’incontro nella chiesa di St. Peters a Liverpool, alle tournée internazionali, fino all’esplosione della Beatlemania. L’ascesa di quattro ragazzi inglesi che avevano qualcosa da a dire al mondo.
Gli anni ‘60 e quella rivoluzione culturale che coinvolge i giovani.
Siamo all’inizio degli anni ‘60.
Una rivoluzione del costume, dei valori, dello stile di vita, del modo di pensare è ormai alle porte e anche la musica viene travolta da questa ventata di aria fresca, da questa trasformazione culturale di cui la giovane generazione, carica di voglia di vivere, si fa portavoce.
I giovani vogliono dire la loro, vogliono esprimere il loro modo di essere e trovano voce nelle canzoni di una band che non solo avrebbe cambiato il volto della musica, ma avrebbe segnato un’epoca.
La nascita del gruppo che avrebbe rivoluzionato il panorama musicale, influito sul costume e proposto un nuovo sguardo sul mondo.

È il 1957 quando un giovane Paul McCartney, con pochi accordi eseguiti alla perfezione, conquista John Lennon, leader dei Querryman, gruppo di cui è cantante e chitarrista.
Due personalità complementari che si stringono la mano nella chiesa di St. Peters, a Liverpool.
Qui scatta qualcosa.
Di certo nasce una grande amicizia.
Di sicuro nasce un sodalizio artistico destinato a cambiare per sempre il volto della musica.
Paul entra presto a far parte dei Querryman, a cui seguirà l’ingresso del chitarrista George Harrison, compagno di scuola di Paul.
Nel 1959 il gruppo si scioglie ufficialmente e dalle sue ceneri nasce la band che ha rivoluzionato il panorama musicale: The Beatles.
Ma non solo. Quella rivoluzione sarà destinata a toccare anche la mentalità delle nuove generazioni.
All’appello manca un quarto componente, ma si dovrà attendere il 1962. In quell’anno Richard Starkey jr., alias Ringo Starr, prende posto alla batteria sostituendo il collega Pete Best.
Il quartetto è completo.
The Beatles: un nuovo modo di fare musica.
Niente frontman unico, ma quattro talentuose personalità inglesi che in un attimo scalano le classifiche con brani pop-rock, ma anche con melodie beat e composizioni psichedeliche, diventate manifesto della cultura Hippy.
È una musica carica di energia fresca e spontanea, che arriva dritta ai giovani.
E ben presto è un susseguirsi di successi, di concerti che fanno il tutto esaurito e di dischi da milioni di copie vendute.
In un attimo esplode quel fenomeno senza precedenti etichettato con il nome di Beatlemania: un’intera generazione festante e urlante travolge con entusiasmo ogni loro apparizione ed esibizione.

La musica dei Beatles è libertà di pensiero e di espressione.
Orecchiabili ed energiche, le canzoni dei Beatles cantano al mondo intero una cultura nuova che parla di diritti, di parità di genere, di amore, di libertà di essere sé stessi.
Testi apparentemente semplici, brani che a volte ricordano delle filastrocche, danno libero sfogo alla frustrazione, alla rabbia e alla sofferenza, così come alla gioia di vivere, alla fiducia in sé stessi e alla bellezza della condivisione.
Entrare nell’universo Beatles significa scontrarsi con le fragilità dell’animo umano, ma anche incontrare e riconoscere il coraggio di cui ognuno è dotato e a quello aggrapparsi per affrontare imprevisti, tensioni, debolezze.
Entrare nell’universo Beatles significa conoscersi e riconoscere di essere una risorsa, nonché la fonte più importante da cui attingere per crescere, trasformarsi, migliorare.
I messaggi passano tra le righe del pentagramma: strofe e ritornelli invitano a porsi domande, a dare libero sfogo alla curiosità, alla volontà di comprendere chi siamo e chi vogliamo essere.

Cosa ci insegnano i Fab Four?
Insegnano l’importanza dell’accettazione di sé, pregi e difetti compresi, e il rispetto per il prossimo.
Perché anche le insicurezze e i conflitti interiori fanno parte della natura umana e non c’è nulla di sbagliato in questo.
Perché ogni sentimento è degno di essere vissuto.
Perché ogni stato d’animo è degno di essere vissuto.
L’accettazione di sé è il traguardo di un percorso che si raggiunge attraverso la consapevolezza e il potere della condivisione: esperienze, ambizioni, pensieri diventano ricchezza se condivisi, se fonte di ispirazione e di sostegno reciproco.
L’importante è non fermarsi alla mera accettazione, non subire passivamente, ma scegliere di vivere con l’obiettivo di migliorare la nostra vita e quella di chi ci sta accanto.
Nothing you can make that can’t be made
No one you can save that can’t be saved
Nothing you can do, but you can learn how to be you in time.
It’s easy
Non c’è nulla che tu possa fare che non possa essere fatto,
Nessuno che tu possa salvare che non possa essere salvato
Non c’è nulla che tu possa fare, ma puoi imparare a essere te stesso in tempo.
È facile
(All You Need Is Love, 1967)
La fine dei Beatles?
Non assocerei la parola “fine” a questo storico gruppo.
Certo, è dal 1970 che non esiste più la band e due membri su quattro non appartengono più a questa Terra.
Troppe liti, troppe crisi.
E poi quell’ultimo concerto sul tetto della Apple. Il Rooftop concert.
Un addio ai fan.
È la fine di un’epoca, ma la parola “fine” mi sembra troppo decisiva per un quartetto che ha fatto la storia e i cui brani immortali sono ascoltati e cantati ancora oggi.
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