In tanti hanno provato a darle un nome, a fotografarla, a immaginarla, ma arriva da molto lontano. È simbolo della bellezza come riscatto, libertà di mostrare il proprio corpo e godere della propria femminilità. Il suo inno è la canzone più ascoltata al mondo, dopo Yesterday (The Beatles).
© Foto: Loic Dorez – Rio De Janeiro
La ragazza di Ipanema: Rio de Janeiro e gli inizi della rivoluzione femminile
Verso la fine dell’Ottocento le donne a Rio de Janeiro avevano sete di mondo.
La maggior parte di loro era cresciuta analfabeta, segregata in casa, con la possibilità di uscire solo per andare in chiesa, e solo se accompagnate. Vivevano in case dalle finestre sbarrate, le cosiddette “gelosie”, stecche di legno incrociate che servivano ad impedirgli di affacciarsi, per vedere, farsi tentare dal mondo là fuori.
Il mondo però arrivò in Brasile e il porto di Rio si fece un viavai di navi, commercianti inglesi, ricchi avventurieri in cerca di indigene, diplomatici e marinai. Quando nel 1800 arrivarono i francesi, con la loro corte di donne al seguito: parrucchiere, mogli di artisti, prostitute, sarte di corte; beh, le donne carioca, a quel punto, erano pronte a soddisfare tutta la loro sete di mondo. Erano pronte per mettere in atto la loro rivoluzione femminile.
La ragazza di Ipanema: dalle restrizioni alla multiculturalità, alla musica
Rio de Janeiro, da città maschile e corazzata che era stata, divenne femminile, multiculturale, libera.
Per oltre cento anni fu popolata da donne francesi, tedesche, svedesi, italiane e brasiliane. Tutte accomunate dalla stessa bramosia di cultura, quella una fame di vita atavica, ereditata dalla furbizia maliziosa dalle cocotte francesi e dalle case di fango amazzoniche.
Le vite di queste donne si spostarono dalla rua alla praia, ovvero dell’asfalto ruvido della città, verso le spiagge di Ipanema e Copacabana. Proprio lì, dove nel 1962, Tom Jobim e Vinícius de Moraes le attendevano; seduti al loro bar preferito sulla spiaggia di Ipanema, a scrivere la canzone che sarebbe diventata la più ascoltata e reinterpretata al mondo, dopo “Yesterday” dei Beatles. The girl from Ipanema.
Chi era la vera ragazza di Ipanema?
In tanti hanno provato a darle un nome, a fotografarla, a immaginarla, ma la verità è che la ragazza di Ipanema arriva da molto lontano.
Lei era approdata sulle coste della cidade maravilhosa come una donna moderna, a mostrare il suo corpo dorato, libera dalle costrizioni di bustini, sottogonne, libera dalle mura di una casa-chiesa. Era una donna che aveva conquistato il diritto di mostrarsi, godersi la sua femminilità.
Una donna apparentemente leggera e fatata, la cui libertà però arrivava da anni di pesanti imposizioni. La ragazza di Ipanema non era una, erano tante, stavano rieducando se stesse. La scelta di muovere le gambe verso il mare non era casuale: la ragazza di Ipanema era in fuga da una vita cupa, in cerca di una luce che avrebbe potuto illuminare i suoi sogni di carriera, di indipendenza.
La Garota de Ipanema non è stata la musa ispiratrice di una canzone simbolo, al contrario: è stata la bossa nova a fare da colonna sonora ad un nuovo universo femminile.
Da dove nasce la Bossa Nova come genere musicale e il legame con il jazz
Sulle spiagge tropicali di Rio de Janeiro iniziò quella che fu chiamata una nuova ondata di musica. Una miscela sublime di jazz e samba, intorno alla quale si muovevano dei geni della musica come il paroliere Vinícius de Moraes, il pianista jazz Sérgio Mendes, il compositore Roberto Menescal e la musa della Bossa Nova, Nara Leão. Ma su di tutti, è stata la voce soave di João Gilberto, un chitarrista nativo di Bahia a rappresentare al meglio la leggerezza ritmica di questo nuovo fenomeno musicale.
Intorno a queste figure centrali e alle città di Rio e San Paolo, ci sono poi delle leggende che vedono uno stretto collegamento tra la bossa nova e il jazz americano. Secondo alcuni, la bossa nova fu “scoperta” da un americano in vacanza, quando vide suonare gli amici Tom Jobim e João Gilberto in un locale notturno; secondo un’altra leggenda la bossa nova è nata da alcuni momenti d’improvvisazione tra dei jazzisti statunitensi insieme ai musicisti brasiliani.
Non è un caso quindi, se ogni grande jazzista ad un certo punto della sua carriera ha fatto bossa nova. È un tornare alle origini.
La ragazza di Ipanema. Inno alla bellezza della Bossa Nova
Oggi quando nei film arrivano le scene d’amore, se ci fate caso, come musica di sottofondo mettono quasi sempre la bossa nova. È il genere di musica che mettiamo quando vogliamo creare ambiente, intimità. E mentre la musica va, la ragazza di Ipanema ci passa accanto, ma senza guardarci. Lei va diretta per la sua strada.
Il testo di Vinícius è un inno alla bellezza, non come frivolezza, ma come idea di riscatto.
“But I watch her so sadly
How can I tell her I love her?
Yes, I would give my heart gladly
But each day when she walks to the sea
She looks straight ahead, not at me
Tall and tan and young and lovely
The girl from Ipanema goes walking
And when she passes, I smile, but she
Doesn’t see, she just doesn’t see”
NOTA della REDAZIONE:
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