Piccole donne. Perchè ci identifichiamo in Jo March

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Piccole donne. Perchè ci identifichiamo in Jo March

Idealismo, femminismo, indipendenza, forza e libertà di espressione, nel pensiero come nell’aspetto. Rottura di retaggi sociali e culturali limitanti. L’alter ego della sua autrice, Louisa May Alcott, ci ricorda che siamo unici artefici del nostro destino. E l’amore?

Saoirse Ronan interpreta Jo March nel film di Greta Gerwig
© Jo March di “Piccole donne”, interpretata da Saoirse Ronan, regia di Greta Gerwig

“Piccole donne” di Louisa May Alcott: trama e protagoniste del romanzo

“Piccole donne” è uno dei primi libri che ricordo di aver trovato sotto l’albero, insieme a “Pattini d’argento” e “La capanna dello zio Tom”. 
I regali azzeccati di una mamma lungimirante.

Pubblicato in due volumi, rispettivamente nel 1868 e nel 1869, il romanzo di Louisa May Alcott rientra indubbiamente nell’elenco dei capolavori della letteratura per ragazzi, rappresentando un classico senza tempo che non smette mai di insegnare qualcosa.

© Frame tratto da “Piccole donne”, regia di Greta Gerwig

Ambientato durante la guerra di secessione americana, narra la storia di quattro sorelle alle prese con i problemi causati dalla povertà e con le piccole grandi sfide che la gioventù porta con sé.
Quattro piccole donne, come le chiama il padre cappellano partito per il fronte, con differenti caratteri e ambizioni, ma fortemente legate tra loro.
Meg, la saggia sorella maggiore affascinata dal lusso; Jo, aspirante scrittrice ribelle e irrequieta; Beth, timida e generosa; ed Amy, la “piccola Raffaello” della famiglia.
Quattro ragazze che si sostengono l’un l’altra e imparano a crescere grazie agli insegnamenti di una madre amorevole e coraggiosa.
L’obiettivo della Signora March? Far sì che le sue ragazze diventino donne libere, indipendenti, di sani principi.

Vi presento Jo March

Josephine “Jo” March è l’anticonformista di casa. È un’autentica ribelle.
Non ha i gusti aristocratici di Meg, non ha il carattere introverso di Beth e non è vanitosa come Amy.
Jo è una ragazza leale, dal carattere irruente, dalla lingua tagliente e dallo spirito irrequieto.
Non ha paura di niente e di nessuno, come dimostrano le maniere franche e le espressioni robuste, come ama definirle, con cui si esprime, ovvero le espressioni che dicono chiaramente qualcosa.
È impulsiva e appare sempre sicura di sé. Appare, perché non lo è fino in fondo.
Il carattere deciso che la contraddistingue e che la mostra forte agli occhi degli altri nasconde un lato fragile, che la spaventa e la rende vulnerabile.

© Frame tratto da “Piccole donne” di Greta Gerwig
Jo March di Piccole donne di louisa may alcott interpretata da Saoirse Ronan
© Jo March di “Piccole donne”, interpretata da Saoirse Ronan, regia di Greta Gerwig

Jo March: sentirsi completi attraverso le proprie passioni, superando la paura.

I capitoli del romanzo danno forma a una ragazza che cerca di conoscersi, di conoscere la propria identità, facendo leva sui pregi e smussando i difetti.
Il punto debole che si cela dietro quel carattere fiero è indubbiamente l’incapacità di gestire l’impulsività, nonché la conseguente difficoltà di trattenere le parole forti, quelle capaci di ferire profondamente.
Il problema di fondo, tuttavia, non è tanto l’istintività che anima le sue azioni, quanto la sua incapacità di credere nella capacità di potersi migliorare.
Questo il peggior difetto di Jo.

Perché non dovrebbe riuscirci?
Può davvero la paura alimentare i nostri “nemici interni” tanto da indurci a essere pessimisti e a ostacolare i buoni propositi?
E soprattutto, porta a qualcosa dare ascolto alla paura? 
Porta a qualcosa scegliere di cadere nella trappola dell’autocommiserazione?

Jo risponderebbe con un no secco. Si cade? Ci si rialza.
Si sbaglia? Può capitare.
E direbbe che essere propositivi è la ricetta vincente per una vita piena. 
E alla ricetta aggiungerebbe una manciata di vitalità, cucchiaiate di fiducia in sé stessi e qualche sogno nel cassetto da trasformare in progetto concreto.

Queste le risposte di una Jo che sta crescendo, che sta cercando con tenacia la propria strada tra giornate passate a leggere a casa della zia March, a dare libero sfogo alla fervida immaginazione, a divertirsi con il giovane Laurie e le sorelle.

© Frame tratto dal film “Piccole donne” di Greta Gerwig, Saoirse Ronan interpreta Jo March
Frame tratto da Piccole donne di Greta Gerwig
© Frame tratto da “Piccole donne” di Greta Gerwig

Jo March: non esiste un unico destino giù scritto.

Un personaggio sfaccettato, che colpisce per come sceglie di vivere; un personaggio allettante in cui è facile identificarsi.
Estremamente sincera, Jo sceglie di esserlo anche con se stessa.

Cosa è importante per lei? Cosa la rende felice? 
Appassionata e intraprendente, prende la vita a morsi, desiderando di viverla a pieno, fino in fondo. E per viverla davvero fino in fondo sceglie di essere indipendente.

E l’amore?

Ciò non significa che rifiuta di legarsi a qualcuno, ma che vuole trovare in quel possibile qualcuno un compagno di viaggio con cui condividere i valori del rispetto e del sostegno reciproco, non una persona da cui dipendere o che non la incoraggi ad affermarsi, a coltivare i propri talenti o a lavorare ai propri progetti.

Jo vuole sentirsi completa e sa che il raggiungimento di questo obiettivo dipende interamente da lei, dalla forza di volontà che la anima. 
Non ha necessariamente bisogno di un uomo per sentirsi realizzata come donna, ma non esclude la possibilità di condividere una vita piena con qualcuno, con una persona a cui, nel caso, sceglierebbe di legarsi per Amore, non per necessità o semplice affetto.

© Frame tratto da “Piccole donne” di Greta Gerwig. Saoirse Ronan e Timothée Chalamet

Tosta la nostra Jo, che da piccolo maschiaccio diventa presto una donna matura da prendere come esempio. 
Un personaggio letterario che, inconsapevolmente, trasmette ai lettori due messaggi importanti: 

Mai accontentarsi 

Mai rinnegare sé stessi

E se lo dice Jo March.

Saoirse Ronan interpreta Jo March nel film di Greta Gerwig
© Saoirse Ronan interpreta Jo March nel film di Greta Gerwig

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