Dalle origini del suo nome d’arte alla morte in mare; passando per una vita di opere e rivoluzioni che hanno segnato la nascita di un nuovo concetto di architettura.
Charles Édouard Jeanneret Gris, l’origine del nome d’arte.
Le Corbusier, classe 1887, è lo pseudonimo con cui Charles firmava gli articoli della rivista Avant Garde – L’Esprit Nouveau, fondata a Parigi con l’amico pittore Amédée Ozenfant; si ispira al nome del nonno Lecorbesier così come al cognome del suo maestro, l’architetto svizzero L’Eplattenier.
Collaboratori e amici iniziano ad abbreviarlo in Corbu, che in francese ricorda, nella pronuncia, le courbeau, il corvo. Lui si sente identificato in questo soprannome e spesso firma bozze e documenti con uno schizzo che raffigura proprio la testa di un corvo stilizzato, rendendolo a tutti gli effetti il suo nome d’arte, come era costume che succedesse nel suo mondo artistico.
Per comprendere e analizzare le sue opere, risulta doveroso contestualizzare il periodo storico in cui Le Corbusier opera; la Prima Guerra Mondiale è appena terminata e l’Europa è combattuta tra il lutto e la voglia di rinascita.
A differenza del ventennio precedente, in cui l’architettura della belle époque rappresentava i gusti della borghesia industriale, ci troviamo ora di fronte alla necessità di una Ricostruzione reale, che deve tener conto del boom demografico e delle conseguenti esigenze di ripensare i contesti abitativi.
Le Corbusier si fa pioniere così di una nuova idea di Architettura, funzionale e più vicina ai bisogni dell’uomo moderno.
Le Corbusier house

Esempi sono questi due edifici “Le Corbusier house”
considerati come «una testimonianza dell’invenzione di un nuovo linguaggio architettonico che segna una rottura con il passato»

Tanto che tra il 2016 e il 2017 ben diciassette delle sue opere sono state inserite nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Fanno parte dell’Unesco quei siti che rappresentano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale.

“La Mano”, un piano urbanistico degli anni ’50 realizzato da Le Corbusier pensando all’indipendenza appena ottenuta dall’India rispetto all’impero britannico. La città è diventata la capitale dello stato di Punjab.
A Le Corbusier venne affidato l’incarico di realizzare una città che diventasse simbolo della libertà ritrovata dell’India.

Villa Savoye è forse la sua più celebre costruzione.
In questo edificio ritroviamo i 5 punti cardine che Le Coubusier definiva
la Nuova Architettura. Parliamo dell’utilizzo di:
1. Pilotis (pilastrini su cui sollevare l’abitazione)
2. Tetto-giardino (sostituendo le obsolete falde pendenti)
3. Pianta libera
4. Facciata libera
5. Finestre a nastro
La filosofia progettuale di Le Corbusier si basa secondo forme geometriche piuttosto elementari, sfruttando il calcestruzzo armato. Lui boccia gli elementi decorativi preferendo l’aspetto funzionale della struttura.
L’elevazione verticale dell’edificio, in cemento armato, permette di organizzare tutto in maniera libera e fluida.
“L’architettura è il gioco sapiente, corretto e magnifico dei volumi raggruppati sotto la luce.
I nostri occhi sono fatti per vedere le forme nella luce: l’ombra e la luce rivelano queste forme; i cubi, i coni, le sfere,
i cilindri e le piramidi sono le grandi forme primarie… La loro immagine ci appare netta… E senza ambiguità.”
Le Corbusier
Le Corbusier è anche stato un grande Designer
Due dei più noti oggetti del design contemporaneo sono frutto del suo genio creativo. La Chaise longue e il Grand Confort.

La Chaise longue della serie LC.
Il divanetto allungato, adatto al relax e alla lettura, diventato simbolo riconoscibile delle sedute psicanalitiche.

Il Grand Confort.
La poltroncina cubica utilizzata negli uffici e nelle sale d’aspetto di tutto il mondo.
Forse non tutti dal vivo ma ditemi chi di voi non le ha mai viste in qualche film?
“L’architettura è un fatto d’arte, un fenomeno che suscita emozione, al di fuori dei problemi di costruzione, al di là di essi. La Costruzione è per tener su: l’Architettura è per commuovere.”
Le Corbusier
Le Corbusier e la morte in mare
Le Corbusier ci lascia nell’Agosto del 1965, durante una vacanza in
Costa Azzurra.
Contro il parere medico che consigliava di evitare lunghe nuotate, quella mattina si allontanò oltre 50 metri dalla costa.
Probabilmente fu colpito da un’infarto, i turisti ritrovarono il suo corpo galleggiare nel mare.
Che sia rilevante o meno, mi piace pensare che per scelta o per destino un suo desiderio fu esaudito, citando una delle sue frasi, più volte ribadite.
“Come sarebbe bello morire nuotando verso il sole”
Le Corbusier
Credo fortemente che figure come quelle di Le Corbusier, abbiano avuto un ruolo determinante nel progresso e nella storia.
Non è un caso se in periodi di rottura e di cambiamento (come la Ricostruzione nel caso di Le Corbusier) emergano spontaneamente figure come quella del nostro protagonista, spinte dalla necessità di contribuire alle richieste dettate dal periodo storico a cui appartengono e consapevolmente o meno diventano parte attiva del cambiamento stesso, offrendo semplificazioni e soluzioni.
Sono convinto che ci sia del Sublime anche in questo, rendersi utili e mettere le proprie competenze a disposizione e alla risoluzione di tematiche sociali. Proprio per questo ho deciso di celebrare il padre della Nuova Architettura, con questo mio umile omaggio.
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