Amici di Chanel, Hemingway, Picasso e i Fitzgerald hanno celebrato gli anni 20 sulle spiagge della Costa Azzurra. Precursori della Pop Art, rompono le aspettative dell’alta borghesia esprimendosi attraverso l’arte ed il bello, influenzando la loro epoca.
Autore: Ilaria Pietrovito. Studentessa selezionata dal corso di “Fashion writing” tenuto dalla Professoressa Giulia Rossi, per il corso di laurea in Fashion Communication dello IED di Firenze, del quale il Sublimista è partner ufficiale.
Gerald e Sara Murphy e la generazione perduta degli Anni 20
1923, Costa Azzurra.
Gerald e Sara Murphy, ricchi borghesi americani, festeggiano il loro anno decisivo, investendo nella compravendita di una villa a Cap d’Antibes, Villa America.
Lo scopo?
Organizzare feste clandestine elettrizzanti caratterizzate da svago e divertimento.
F.Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway, Pablo Picasso, Dorothy Parker, Robert Benchley, sono solo alcuni dei noti partecipanti agli eventi di Gerald e Sara, che diventano ancore per la “generazione perduta”.
Gerald Murphy, precursore della Pop Art
Atmosfere grottesche circondate da alcool, droghe, musica ad alto volume, visioni distopiche, e luci alterate nella notte, lasciano spazio (e alimentano) le ispirazioni artistiche dei protagonisti delle feste durante il giorno.
Tra questi c’è ovviamente il padrone di casa Gerald Murphy, che passa i suoi pomeriggi con una tela bianca ed un pennello in mano, incorniciato dal panorama del mare all’orizzonte.
Date le sue stravaganze e le sue feste organizzate con la moglie durante i ”ruggenti anni 20”, i suoi dipinti sono sempre stati presi poco in considerazione. Ma solo i più interessati sanno che, in effetti, Gerald è stato un vero precursore della Pop Art.
A 33 anni infatti, nel 1921, a Parigi, città dell’arte e delle avanguardie, Gerald scopre la pittura, cominciando a coltivare quelle che saranno le conoscenze che consolideranno una delle sue più grandi passioni. Egli studia pittura con Natalia Goncharova e suo marito Michael Larionov, che lo introducono nella cerchia di Sergei Diaghilev dove divenne intimo di Jean Cocteau, Picasso, André Derain e infine Léger, che divenne il suo stesso mentore.
Chi è Gerald Murphy
Ma facendo un passo indietro, Gerald Murphy è nato nel 1888 a Boston, in una famiglia dell’alta borghesia, proprietari di un’industria di pelletteria. Il suo percorso segue i canoni conformisti di quel tempo: fin da piccolo partecipa agli eventi dell’alta società, impara il culto delle buone maniere, studia e si laurea a Yale.
Ma in queste strade, sempre guidate dalle scelte del padre, Gerald è costantemente alla ricerca di una via di fuga, alimentando la persecuzione ossessiva dei suoi interessi non troppo canonici per quegli anni, come l’arte e la passione per i viaggi.
Ed è proprio nei suoi anni di ribellione che Gerald Murphy incontra Sara Sherman.
L’incontro con Sara Sherman
Lei, classe 1883, appartiene a una famiglia milionaria di Cincinnati, ma ha da sempre coltivato passioni come la recitazione, l’arte e la musica, di nascosto dalla sua famiglia, che ha ben altri progetti per lei.
I due si innamorano perdutamente dal primo momento, e decidono di sposarsi nel 1915, diversi anni dopo essersi conosciuti. Il loro matrimonio è ovviamente disapprovato dai loro parenti e dalla società, a causa delle loro personalità così ribelli e così diverse.
Ma la loro non è una relazione canonica. Nonostante le possibilità, i loro sogni e le loro ambizioni superano le aspettative della prima metà del 1900.
Il loro sentimento e la condivisione di interessi comuni fa sì che entrambi si sostengono a vicenda, incrementando non solo passioni e stimoli nella loro relazione, ma creando allo stesso tempo un’aura di dandismo, un desiderio bramoso di esprimersi attraverso l’arte ed il bello, che accresce ogni giorno anche nelle persone che li circondano.
I loro divertimenti, le loro feste, i loro eccessi e il loro anticonformismo, hanno fatto sì che il centro della loro esistenza ruotasse sempre intorno all’asse della stravaganza.
Una stravaganza effimera, che allo stesso tempo dura tutta la vita. Senza schemi, senza imposizioni, senza mai preoccuparsi del tempo e delle voci di un pubblico sempre severo.
E questa libertà ha incrementato l’amore in tutte le sue forme.
L’amore tra due persone.
L’amore per la cultura e per gli scenari artistici.
L’amore per se stessi, per chi si accetta e non si cura delle delle opinioni degli altri.
E coltiva i propri sogni.