Frequentavano locali notturni, guidavano, bevevano e fumavano: comportamenti, fino a quel momento, riservati agli uomini. Con capelli alla Garçonne, emancipazione e carisma hanno lasciato la loro impronta nel cinema, nella moda e nell’arte.
Chi erano le Flapper Girl: significato e contesto storico
Con questo termine si identifica la generazione di donne degli anni ‘20 del ‘900, i cosiddetti “anni ruggenti” del dopoguerra. Le flappers-girls si distinguevano per il trucco marcato (lo smoking-eyes e il rossetto scuro), il taglio di capelli corti (alla Garçonne), l’abitudine a fumare sigarette con bocchino e bere alcolici in pubblico, guidare l’automobile e frequentare i locali notturni, tutti comportamenti concessi, fino a quel momento, solo agli uomini.
Disinibite, coraggiose, maliziose, libertine, rivoluzionarie, le flappers ruppero i rigidi canoni culturali della società dell’epoca, frantumando quella stantia morale sessuale che aveva imprigionato la donna relegandola a ruoli subalterni all’universo maschile. Ebbero il coraggio di dare quella spinta innovativa, che altro non era se non l’embrione dell’emancipazione femminile, contribuendo al cambiamento epocale che riguardava quei contesti socio-culturali e politici che travolgeranno l’Europa e gli Stati Uniti.
Un unico fil rouge legava le flappers di tutto il mondo: la musica, la moda, la voglia di emancipazione, in una parola la libertà.
Significato di Flapper: onomatopea e slang di un battito di ali
Flapper é un termine slang, un’onomatopea che rimanda alla figura di un’adolescente acerba che sta per trasformarsi in donna, un uccellino che sbatte timidamente le ali nel tentativo di provare a volare. Un precedente uso nel parlato anglosassone identifica il termine “flapper” per indicare una ragazzina i cui capelli, ancora raccolti in un acerbo codino o in una romantica treccia, sbattono ritmicamente sulla schiena ogni qualvolta si mette a correre.
Nel XVII secolo, il termine é riferito alla prostituta ancora alle prime armi, per poi arrivare, nel XIX secolo, ad etichettare la donna “di facili costumi”. Bisogna aspettare il 1908 per poter celebrare le flappers, quando prestigiosi rotocalchi come “The Times” o “La donna” dedicheranno loro fantasiose copertine e ricchi articoli, accendendo i riflettori della storia su quelle donne capaci di aprire la strada alla rivoluzione di genere di cui oggi tanto si parla.
Flapper girls celebri
Fra le attrici strettamente identificate con questo stile si ricordano:
Olive Borden, Clara Bow, Louise Brooks, Bebe Daniels, Billie Dove, Corinne Griffith, Leatrice Joy, Helen Kane, Laura La Plante, Dorothy Mackaill, Colleen Moore, Norma Shearer, Norma Talmadge, Olive Thomas, Kiki de Montparnasse, Alice White e soprattutto Joan Crawford.
Che belle quelle donne coraggiose che non temono il giudizio altrui, che sfidano i benpensanti di una società nella quale la differenza di genere la fa da padrona, perché solo l’uomo può fumare, guidare l’auto, frequentare i locali notturni e indossare i pantaloni. Ancora più belle quelle donne coraggiose che si ribellano a un sistema fortemente maschilista, in un epoca, quella del primo dopoguerra, in cui la voglia di cambiamento e di rinascita dalle macerie sociali va oltre ogni costrizione culturale.
Le Flapper girls: un’inesauribile fonte di ispirazione
Helen Kane
Cantante statunitense, la sua voce è il suo look furono fonte di ispirazione per il fumettista degli Fleischer Studios, Grim Natwick, che disegnò il personaggio ispirato alle Flappers Betty Boop.
Louise Brooks
Attrice cinematografica statunitense, incarnazione di immagini diverse, per certi versi contraddittorie, da donna indipendente e autonoma o al contrario la seduttrice suo malgrado. Il suo charme e la sua ironia hanno ispirato la penna del fumettista Guido Crepax per dare vita all’irresistibile Valentina.
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