Un afoso pomeriggio d’estate, la luce delle ore più calde filtra da una tapparella di legno. Una poltrona in vimini, un ventaglio per rinfrescarsi sulle note della Madama Butterfly. Anna Haholkina indossa la lingerie di Ikonostas in un interno milanese senza tempo: talenti che si incontrano e interpretano reciprocamente l’una la sensibilità e il mondo estetico-creativo dell’altra.
Photography: Manuela Masciadri
Talent: Anna Haholkina
Luxury Lingerie: Ikonostas
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
(…)
Eugenio Montale, Meriggiare pallido e assorto, Ossi di Seppia, 1925.
Meriggiare: pallida e assorta, talentuosa e libera – Anna Haholkina
Anna Haholkina è un’attrice e performer ucraina, poliglotta (parla perfettamente 5 lingue), innamorata di musica, poesia, canto e ballo.
In uscita su Prime Video i suoi prossimi film:
– L’incombenza delle cose (Cactus Production)
– Moroun Mountain Lake (Nicolò Tagliabue)
“Ci vuole tanto tanto coraggio a essere Attori, non si smette mai di mettersi a nudo, spogliarsi di maschere ed essere se stessi.”
Anna Haholkina
(…)
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
(…)
Eugenio Montale, Meriggiare pallido e assorto, Ossi di Seppia, 1925.
Meriggiare: pallida e assorta, talentuosa e libera – Ikonostas
Ikonostas è un Brand di Luxury Lingerie ricercato, raffinato e sensuale, già ospite sulle pagine del Sublimista.
Ikonostas è la creatura di Daniela Corcio, talentuosa e poliedrica artista italiana, che da anni lavora in diverse parti del mondo, spaziando dalla couture al concept desing, dal teatri alla performance.
Tra le sue collaborazioni: Chloé, Proenza Schouler, Christian Lacroix and Vivienne Westwood.
La donna Ikonostas è elegante e seducente, sebbene sofisticata e ironica. È una donna capace di godere della vita, aprendosi a sperimentare l’intimità in un modo unico.“
Daniela Corcio, Ikonostas.
(…)
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
(…)
Eugenio Montale, Meriggiare pallido e assorto, Ossi di Seppia, 1925.
(…)
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Eugenio Montale, Meriggiare pallido e assorto, Ossi di Seppia, 1925.