Firenze: i passaggi segreti delle giovani muse del Rinascimento

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Firenze: i passaggi segreti delle giovani muse del Rinascimento

Firenze non è solo quello che leggiamo sulla guida turistica. Qual è l’enigma di Santa Maria del Fiore? Cosa è custodito nel deposito della Galleria degli Uffizi? Dov’è il passaggio segreto che unisce le due sponde dell’Arno? Chi era Simonetta Vespucci? Un breve viaggio tra enigmi, tesori e segreti.

Firenze, un concentrato di storia, arte e cultura. Per l’UNESCO è simbolo del Rinascimento, per Dante, che la rievoca ripetutamente nella Divina Commedia, è luogo di amore e di dolore. 

L’enigma della cupola di Santa Maria del Fiore, ardita opera di Filippo Brunelleschi

Tra i simboli della grandezza della città, la cupola della Cattedrale di Santa Maria del Fiore è un colosso in marmo e mattoni rossi che si innalza a più di cento metri sopra l’altare maggiore. 
La storia della sua costruzione è indissolubilmente legata al genio di Filippo Brunelleschi.

Era il 1418 e colui che fu uno dei più importanti architetti del Rinascimento avrebbe affrontato, coniugando arte, scienza e ingegneria, una sfida senza precedenti contro un enorme problema ingegneristico. 
Per sostenere la cupola sarebbe stata necessaria un’armatura in legno alta quanto un palazzo di trenta piani: un’impresa impossibile. 

Brunelleschi, grande conoscitore delle antiche tecniche di costruzione, progetta una struttura autoportante in grado di reggersi da sé in tutte le fasi della costruzione. 
Immagina due cupole concentriche, una interna e una esterna, entrambe divise in otto spicchi. Quella interna, più piccola e robusta, avrebbe retto il peso di quella esterna, permettendole di svilupparsi in altezza. Le due cupole si sarebbero trasmesse forza reciproca e il peso avrebbe aumentato la loro coesione. 

Cupola Brunelleschi

Ritenuto folle dai molti a cui illustra il modello, sceglie di non rivelare a nessuno i dettagli del progetto, lasciando ai posteri l’enigma della sua costruzione, un enigma non ancora del tutto risolto. 

Chi mai sì duro o sì invido non lodasse Pippo architetto vedendo qui struttura sì grande, erta sopra e’ cieli, ampla da coprire con sua ombra tutti e’ popoli toscani, fatta sanza alcuno aiuto di travamenti o di copia di legname, quale artificio certo, se io ben iudico, come a questi tempi era incredibile potersi, così forse appresso gli antichi fu non saputo né conosciuto?”

(Leon Battista Alberti, De pictura)

I depositi della Galleria degli Uffizi: spazi che custodiscono l’arte

Dimenticate l’immagine di magazzini bui e polverosi e immaginate spazi segreti che conservano temporaneamente opere che non fanno parte delle collezioni esposte, spazi ai quali si attinge per allestire nuove sale e per sostituire quadri già visibili al pubblico.

https://www.facebook.com/uffizigalleries/videos/177278870202602/

Si tratta dei depositi, cuore della Galleria degli Uffizi, adibiti alla salvaguardia del patrimonio artistico. Qui, dove ogni dipinto è ben visibile e custodito in maniera tale da evitare che gli agenti esterni ne determinino il progressivo deterioramento, è custodita la collezione di autoritratti più antica e numerosa al mondo.

Depositi Uffizi_Firenze


Quasi 1500 pezzi, provenienti dall’Italia e dall’estero, tra i quali 80 lasciati dal Cardinale Leopoldo de’ Medici, rappresentano artisti, politici, figure di spicco del mondo della cultura, volti di persone comuni di cui, in assenza della fotografia, non avremmo testimonianza se non fosse per mano dei pittori e delle pittrici che ne hanno ritratto le sembianze. 

Simonetta Vespucci: la musa di Botticelli e l’amore sublime di Giuliano de’ Medici 

Lasciando i depositi della Galleria degli Uffizi e spostandosi nelle sale visitabili dal pubblico, ci si imbatte nelle preziose opere di Sandro Botticelli, uno degli artisti che ha saputo meglio esprimere la cultura rinascimentale. 

Grande amico di Lorenzo e Giuliano de’ Medici, per i suoi dipinti trae ispirazione dalle fattezze delicate e gentili di Simonetta Cattaneo Vespucci. Lei, che incarnava l’ideale di bellezza femminile del tempo, fu l’amore artistico di Botticelli, la musa ispiratrice di tanti suoi dipinti sacri e profani, nei quali venne rappresentata con volti di Madonna o in momenti di vita quotidiana.

Secondo molte interpretazioni è una delle Grazie de La Primavera, allegoria della natura portatrice di rinascita, ma è anche la protagonista del dipinto La nascita di Venere, nel quale Venere, come racconta la leggenda, nata dalla spuma del mare, sospinta dai venti approda sull’isola di Cipro, mentre una delle Ore o delle Grazie le porge un mantello fiorito. 

Candida è ella, e candida la vesta,
ma pur di rose e fior dipinta e d’erba;
lo inanellato crin dall’aurea testa
scende in la fronte umilmente superba.

Rideli a torno tutta la foresta, 
quanto può suo cure disacerba;
nell’atto regalmente è mansueta,
e pur col ciglio le tempeste acqueta.

[…]

Con lei sen va Onestate umile e piana 
che d’ogni chiuso cor volge la chiave; 
con lei va Gentilezza in vista umana, 
e da lei impara il dolce andar soave. 
Non può mirarli il viso alma villana, 
se pria di suo fallir doglia non have; 
tanti cori Amor piglia fere o ancide, 
quanto ella o dolce parla o dolce ride.

(Poliziano, Stanze per la giostra di Giuliano de’ Medici)

Simonetta Vespucci_Botticelli

La bellezza sublime di Simonetta, celebrata da Poliziano e resa immortale da Botticelli, non passò inosservata alla corte dei Medici. 

Giuliano se ne innamora perdutamente, ma la ragazza, stroncata da una morte prematura, era spostata con il nobile Marco Vespucci. 
Non ci è dato sapere se i due giovani ebbero davvero una relazione o se il loro fu un amore puramente platonico, ma certamente fu profondo e sincero, descritto nella sua purezza, con toni idilliaci, nei versi di Poliziano. 

Bianca de’ Medici e Guglielmo de’ Pazzi: storia di un matrimonio combinato

Se l’amore tra Giuliano e Simonetta era inaccettabile e al contempo sublime, quello tra Bianca de’ Medici e Guglielmo de’ Pazzi era semplicemente impensabile. Non poteva essere altrimenti, dal momento che tra le loro famiglie, le più ricche e potenti della città, non correva certo buon sangue. 

Cosa fare per ridurre le tensioni? Ai tempi i matrimoni combinati per esigenze politiche e per mantenere la pace pubblica erano comuni, ma questa volta l’unione non servì per spegnere l’odio. 

La storica rivalità tra i Medici e i Pazzi, banchieri da generazioni, accresce negli anni e culmina con un attentato. Per mano di Francesco de’ Pazzi e Bernardo Bandini Baroncelli, Giuliano viene assassinato durante la celebrazione eucaristica in Santa Maria del Fiore, e Lorenzo, rimasto ferito, risponde a quella che passò alla storia come la Congiura dei Pazzi ordinando l’impiccagione dei congiurati.

Il passaggio segreto che unisce le due sponde dell’Arno

Non solo architettura, arte e storia, Firenze custodisce anche piccole leggende che a volte corrispondono a verità, come quella secondo la quale esiste una galleria sotto il fiume Arno. Effettivamente esiste. 

passaggio segreto Arno Firenze

È il 1875 e si stanno svolgendo i lavori per la realizzazione di un acquedotto moderno capace di garantire la distribuzione dell’acqua a tutta Firenze. 
Il progetto di ampliamento della rete idraulica comprende la costruzione di una galleria sotto l’alveo del fiume, diventata presto un percorso attraversabile per spostarsi da una parte all’altra della città.

Due anni dopo la sua costruzione, quasi cinquemila fiorentini, pagando il biglietto, attraversano l’Arno passando da questa galleria, utilizzata poi dai partigiani, durante la guerra, come passaggio strategico per portare viveri e munizioni senza rischiare di scontrarsi con le milizie tedesche. 

Negli anni ’50, a seguito della costruzione di un nuovo acquedotto, la galleria venne dismessa. 

passaggio segreto Arno Firenze

Oggi gli accessi sono chiusi e ciò che rimane visibile sono le scalette di accesso a un passaggio segreto che possiamo solo immaginare. 

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