FIRENZE.
Brand che prende il nome dalla dea romana della luce, del parto e della luna, si ispira agli archetipi dell’eterno femminino e alle suggestioni dei Tarocchi. Plasmato tra Amsterdam e Firenze, racconta e veste la magia, la meraviglia e il potere delle donne; perché ciò che indossiamo influenza come ci sentiamo.
Letizia è nata con il Sole nella Vergine, l’Ascendente nella Bilancia e la Luna nel Leone.
Irene con il Sole e l’Ascendente nella Bilancia e la Luna nel Cancro.
Vivono a cavallo tra l’Olanda e la Toscana, terre di umanisti, astrologi e alchimisti.
Con una naturale propensione verso l’insolito, un forte senso dell’etica, una particolare attenzione ai dettagli, un innato desiderio di ricevere e regalare positività ed una marcata tendenza alla ricerca del miglioramento, caratteristiche tipiche dei loro segni, hanno creato un piccolo brand dal nome evocativo, Casa Lucina, fortemente ispirato dagli archetipi dell’eterno femminino e dalle suggestioni degli Arcani maggiori.
L’astrologia è un aspetto visivamente molto forte del vostro brand.
Si tratta di una scelta puramente estetica o è parte integrante della vostra quotidianità?
L.: L’idea era quella di avere un brand che ci rappresentasse per come siamo, il che significa che, come noi, è in continua evoluzione. Non c’è una vera e propria strategia dietro: la rotta cambia a seconda della nostra crescita personale, dei nostri interessi e dei nostri percorsi; il brand ci segue e si adatta alle nostre fasi. Sicuramente entrambe siamo affascinate ed incuriosite dall’astrologia (io recentemente ho anche iniziato a studiarla più approfonditamente), e ciò inevitabilmente si riflette nel brand, nelle nostre creazioni ed in quello che facciamo; è una delle nostre fonti di ispirazione.
Casa Lucina: un nome particolare, una dea romana poco conosciuta e l’idea di casa. È quasi più focolare che maison/atelier?
L.: Per come la intendiamo noi, Casa Lucina è assolutamente focolare, è uno spazio accogliente in cui sentirsi liberi, a proprio agio. Quando giriamo per mercati, allestiamo il nostro spazio proprio come un salotto, e ci piace mantenere questo assetto per le nostre clienti anche quando svolgiamo vendite private, nelle case, creando uno spazio prettamente femminile, in cui sentirsi serene.
Ci piacciono il contatto umano e l’atmosfera che si crea quando un gruppo di donne si trova insieme, provandosi vestiti, chiacchierando, consigliandosi, guardandosi allo specchio.
È qualcosa di speciale.
Ovviamente, nell’ultimo anno e mezzo l’universo ci ha un po’ costrette a rivedere i nostri piani.
Siete un brand giovane, ma già chiaramente rivolto verso l’estero. Voi stesse siete viaggiatrici, fisiche e metafisiche.
Dov’è – e cos’è – per voi “casa”?
L.: Sicuramente il nostro progetto è frutto di esperienze, di studio di altri mondi e filosofie, di viaggi, in modo particolare uno a New York, in cui ci siamo ritrovate per caso (a Firenze avevamo amici in comune ma non ci frequentavamo): nei tre mesi passati lì non solo ci siamo legate tantissimo, ma abbiamo avuto il nostro primo contatto con quella tipica mentalità americana secondo la quale puoi pensare sempre più in grande e raggiungere mete sempre più lontane.
Questa mentalità ci ha formate e distanziate dal nostro mondo fiorentino, dove ora fatico a sentirmi a casa, pur sentendomi profondamente italiana. In questo momento mi trovo ad Amsterdam, ma non posso sapere se sarò qui o altrove tra un paio d’anni.
Dopo aver vissuto trent’anni a Firenze fatico ora a vedermi stanziale e il concetto di casa è diventato meno statico, più legato all’idea di libertà che ad uno spazio fisico.
I.: Per me è un enigma. Al momento la mia base è a Firenze, dove ho una casa che sto ristrutturando proprio in questo momento, ma mio marito è californiano e il suo lavoro è lì, quindi non so dire dove ci porterà il futuro. Anche per me la casa è itinerante.
Vorrei costruire una dimora che venga con me, senza legarmi per forza ad una città… insomma, una casa nomade.
Leggo sul vostro sito che le vostre stoffe vengono ricercate tra il deadstock delle maison più grandi.
Questa ricerca parte dall’idea di economizzare una parte del processo di produzione in modo da avere della manodopera di alta qualità, pur con un brand piccino, oppure avevate già come obiettivo l’ecosostenibilità?
I.: Sono due bisogni che si sono incontrati: siamo partite come piccolo progetto e come piccola produzione, con poche sarte qui a Firenze; non saremmo riuscite a disegnare e stampare le nostre stoffe, e d’altra parte il mondo non ha bisogno che si producano nuovi prodotti – e nuovi scarti – tessili.
La zona da cui veniamo è un centro importante per la moda, ci sono tantissime aziende e tantissimi tessuti, avanzi di stoffe bellissime che aspettano che qualcuno dia loro nuova linfa, e ci piace l’idea di poter essere noi a dare loro la possibilità di un nuovo ciclo vitale. Inoltre questo ci consente di mantenere una disponibilità limitata dei capi: questo evita sprechi inopportuni che sarebbero inevitabili con produzioni in grande scala, come nelle aziende di fast fashion.
Nel nostro modello di business non scartiamo nulla, vendiamo ogni singolo metro di tessuto e ogni singolo vestito.
Il futuro della moda sostenibile e del vostro brand: mantenere l’idea di riciclo o indirizzarsi verso metodi di produzione particolari e riesumazione di vecchie tecniche di produzione? In quale direzione vi vorreste incamminare?
I.: Finché è possibile trovare queste stoffe meravigliose e dare loro una nuova vita continueremo così.
Ci sono così tanti tessuti abbandonati da anni nei magazzini che si spezza il cuore al pensiero che possano diventare rifiuti. L’iper-produzione non è sostenibile, e noi abbiamo un’azienda piccola che ci permette di mantenere un ritmo tranquillo.
Tra Firenze e Prato ci sono ancora tanti tessitori e gli stock, gli avanzi e le prove finiscono qui, alcuni riciclati, altri ceduti al mercato del vintage, altri ancora dimenticati nei magazzini. Quando entri in questi posti ti perdi, vieni sommersa dai tessuti, sono luoghi incredibili!
L.: C’è anche un’emozione nell’andare a cercare i tessuti, a volte ci sentiamo come bambine, quando troviamo qualcosa che ci piace tantissimo e dal quale possiamo ricavare un’idea.
Ci piace questo aspetto di imprevedibilità, è al contempo un gioco e una lezione di vita: prendi quello che trovi e ci costruisci qualcosa di diverso.
Spesso ci si pongono domande riguardo il contenuto: io chiedo notizie sul contenitore. La cura che mettete nel packaging dei vostri prodotti non solo è evidente, ma è caratterizzante e vi distingue: cosa c’è dietro, perché non un semplice imballaggio? Dice qualcosa in più sul contenuto o aggiunge qualcosa da parte di chi lo manda?
I.: Direi entrambe le cose. Il momento dell’apertura è proprio ciò che immaginiamo quando curiamo il packaging: creare un momento magico per una cliente che si è fatta un regalo.
Per noi era importante che fosse una scatola vera e propria, non una busta di plastica, che avesse all’apertura un profumo particolare, come se fosse una coccola per noi stesse e per la persona che riceve la confezione. Nel momento in cui lo facciamo mettiamo amore, e speriamo che questo si percepisca.
L.: Esatto, trattiamo come un rituale sia il momento in cui impacchettiamo, sia il momento in cui spediamo, sia il momento in cui il pacco viene aperto dalla cliente. Volevamo che fosse una piccola cerimonia che coinvolgesse tutti i sensi: all’interno della scatola lasciamo un fiore, e per ogni cliente peschiamo una carta da un mazzo con illustrazioni di piante e il loro significato. Ogni pacchetto è diverso e personale.
Avete progetti paralleli, diverse aspirazioni? Cosa dicono le stelle sulle vostre future attività?
I.: Io ho un negozio, aperto prima di Casa Lucina, in cui vendo sia piccoli brand europei emergenti, sia vintage, perciò passo gran parte del mio tempo in bottega o in giro a cercare capi d’epoca.
Ho avuto molto più tempo per Casa Lucina per via del lockdown: ero chiusa in una casa in campagna e passavo giornate intere, dalla mattina alla sera, a lavorare a questo progetto. Avere tempo a disposizione è stato un grande aiuto, perché abbiamo fatto tutto da sole, dal sito alle fotografie. Tra un po’ andrò in California… non so bene a fare cosa. Magari a portare Casa Lucina!
L.: Sono in un periodo di ricostruzione e rinascita.
Prima di Casa Lucina lavoravo come executive producer in studi di produzione digitale, poi ho capito che era un lavoro che non mi rappresentava più e ho deciso di lasciarlo.
A parte Casa Lucina, vorrei lavorare sempre di più con il mio corpo e sempre meno con la mente: sto riscoprendo la danza, l’attività fisica, lo sport, mi fa sentire molto più viva e piena di energia, e vorrei essere in grado di trasmettere ad altri questa consapevolezza di sé e della propria natura.
In parallelo sto studiando i tarocchi, che vedo come un grandissimo strumento intuitivo e che uso per conoscenza personale, come chiave di lettura del presente e come aiuto nel leggere le situazioni, non per predire il futuro. Inoltre, recentemente ho partecipato ad un ritiro femminile con varie attività, tra cui due notti con cerimonie con ayahuasca in compagnia di sciamani, che sono state molto potenti ed affascinanti.
Vedo tutto come un percorso che sto intraprendendo per riuscire a liberarmi di tutti gli strati superficiali, i condizionamenti esterni e i preconcetti di come dovrei essere.
Quod est inferius, est sicut quod est superius: ogni cosa è assimilabile ad un’altra, ogni cosa è connessa. I pianeti si associano ai colori, le pietre alle costellazioni.
E voi? Da cosa prendete la vostra ispirazione? Quando create, che tipo di atmosfera volete intorno? Sonora, olfattiva, tattile? A cosa vi sentite vicine nel vostro processo creativo?
I.: Per me parte tutto dal tatto: toccare il tessuto, aprire le pezze e far partire l’immaginazione. Non faccio particolari ragionamenti prima, è un processo istintivo e naturale che si attiva quando vedo i tessuti. Una stilista parte da un disegno da lei creato che poi cerca di realizzare cercando le stoffe giuste, mentre per me è il contrario: non so cosa troverò finché non vedo il tessuto. Non seguo i trend di moda, che obbligano a creare una collezione un anno e mezzo in anticipo: se ad aprile mi viene voglia d’estate, mi lascio ispirare da ciò che ho intorno e creo la collezione estiva.
Finora tutto si è sempre legato perfettamente, e credo che ci sia un po’ una magia in questo.
L.: L’ispirazione per me arriva in momenti inaspettati, spesso quando sono in mezzo alla natura.
Dopo aver passato una vita da Vergine, costringendo me stessa a fare sempre di più, mi sono finalmente resa conto che non sempre sforzarmi a tutti i costi di produrre porta a buoni risultati: quando mi lascio andare, seguendo i piccoli segnali che arrivano ed agendo quando sento una spinta dall’interno, allora tutto va come dovrebbe, uso meno energia e ottengo un risultato migliore. Inoltre, quando siamo nei magazzini, mi piace non essere in totale controllo del processo creativo: costruiamo su ciò che l’universo ci ha inviato.
Condividete spesso opere d’arte e dipinti sul vostro profilo IG. Vi propongo un test di Rorschach estroso. A cosa pensate vedendo queste immagini?
I.: Io di solito vedo visi ovunque e ammetto che l’albero a destra mi mette un po’ di angoscia, mi dà l’idea che celi dei mostri. Però la porta sul fondo, con la luce che filtra, mi fa pensare ad una rinascita, forse all’idea che dalle tenebre si vada verso la luce, un’uscita, come un voltare pagina in direzione di strade diverse. Come se mi dicesse che bisogna avere un po’ di coraggio per trovare la via giusta.
L.: La prima cosa che noto è la figura in basso che mi fa pensare alla carta dei tarocchi della Forza, su cui lavoravo proprio oggi, in cui l’azione e la potenza sono concentrate nella parte bassa del corpo. Vedo una connessione anche con ciò che dicevo prima, il corpo che prende potere rispetto alla mente. Vedo la testa, le braccia, le spalle che quasi scompaiono, mentre la parte bassa, animale ed istintiva, è più corposa, radicata in una superficie liquida che la tocca, le passa accanto, ma non la fa vacillare, come se non si lasciasse sopraffare dalle emozioni. Questa figura di donna con lo sguardo assente mi dà una sensazione di dissociazione.
Il messaggio che ci vedo, assolutamente condizionato dal periodo che sto vivendo, è quello di farsi guidare dalla saggezza dell’istinto piuttosto che dalla ragione, che a volte ci porta ad essere troppo disgiunti da ciò che abbiamo intorno.
Scegliete tre carte: un tarocco, un libro, un fiore.
I.: Il libro sul comodino è Novelle fatte a macchina, una raccolta di racconti di Gianni Rodari, con delle illustrazioni splendide; ne leggo una prima di andare a dormire, mi allietano nei periodi carichi di pensieri. Il mio fiore è la peonia, che adoro: amo il suo rosa, il suo profumo, mi dà pace. La carta… la Giustizia! È una carta proprio bella.
L.: La Giustizia! Irene, hai fatto proprio una scelta da Bilancia! Per me è facile, devo scegliere la carta che mi sta uscendo sempre in questo periodo: l’arcano 11, la Forza. Come fiore… forse sceglierei la lavanda, è classica e senza tempo. Un libro che sto leggendo ora è La via dei tarocchi, di Jodorowsky.
Che forma ha il Sublime per voi?
I.: Per me è qualcosa che di alto, di oltre. Un senso di bellezza, anche al di là della comprensione, in un certo senso. Una sensazione che conosco, così eterea da non riuscire a spiegarla, ma che posso sentire. Entro in contatto con quel sublime quando mi sento connessa a me stessa in un momento di beatitudine, che mi fa sentire presente.
L.: L’immagine che mi viene in mente è una forma cangiante, legata alla libertà, alla leggerezza e all’autenticità. Lo trovo nella danza e nella musica, attraverso queste raggiungo gli stati di libertà e spensieratezza ma allo stesso tempo di centratura che definirei sublimi.
EDITORIAL CREDITS:
Foto – Vittoria Barbiero IG @vittoriabarbierophotography WEB https://www.vittoriabarbiero.com
Hair & Make Up – Giorgia Casarotti IG @giorgiacasarotti.mua WEB https://giorgiacasarotti.com/
Modella – Ana Veloso IG @anabfveloso c/o The Wolves Model IG @thewolvesmodel MA Karakter Agency IG @karakteragency
Abiti – Casa Lucina IG @casa_lucina WEB https://www.casa-lucina.com/
Chiara Cascioli IG @chiaracascioli WEB https://www.chiaracascioli.com/
Accessori – Fratelli Broche IG @fratelli_broche_vintage WEB https://fratellibrochevintage.com/