I cani: 4 cose che ho scoperto alla fine del sogno (demo)

|

I cani: 4 cose che ho scoperto alla fine del sogno (demo)

I cani sono un progetto musicale fondato nel 2010 da Niccolò Contessa, cantautore e produttore che spazia tra diversi generi. Una band-non band del panorama della musica indipendente italiana, con testi dal sapore underground.

I Cani, nelle puntate precedenti.

Non sentivamo parlare di Niccolò Contessa e de I Cani da quasi due anni, da quando è uscita “Nascosta in piena vista”, la colonna sonora di “Troppa grazia”, il film di Gianni Zanasi.

E prima di questo evento, eravamo fermi ad “Aurora”, il loro ultimo album, ben 5 anni fa. Non lo diciamo per fare i conti in tasca a qualcuno, sia chiaro. Però, quando è uscita “Nascosta in piena vista”, ci siamo illusi tutti, diciamolo.

Il mood da cuore spezzato guidato dall’elettronica essenziale ci ha fatto pensare che nello spazio vuoto, tra un sassolino e l’altro, ci sarebbe stato qualcosa. Qualcosa che poi effettivamente non c’è stata. Tipo l’uscita di un altro album. 
Fan in visibilio, ma nulla di nuovo all’orizzonte.

E poi il delirio: I Cani son tornati?

E poi, la notte del 28 dicembre del 2020, pochi giorni prima della fine di un anno difficile, un po’ a sorpresa e un po’ per magia, viene pubblicato su Soundcloud un nuovo inedito. 
Dopo due anni di silenzio assoluto e vuoto cosmico. 
E siamo di nuovo allo stesso identico punto di partenza, sulla stessa piattaforma dell’inizio e, forse, siamo un po’ alla fine del sogno(demo)
Ed ecco cosa ho scoperto dopo aver ascoltato questo brano

https://soundcloud.com/icani/alla-fine-del-sogno-demo

1. alla fine del sogno i miei contatti Instagram sono impazziti

Letteralmente. E non credo che sia solo dovuto all’annuncio fatto con una storia Instagram della 42 Records. Forse il fatto è che siamo tutti cresciuti con questo tipo d’indie e, volente o nolente, io e i miei contatti siamo indiscutibilmente legati a quel perfetto mix di ansia e depressione un po’ punk e un po’ synth di “Un posto più freddo”, che ci ha stregati e ci ha fatto credere di poter vivere quelle sensazioni solo noi. 
Come se fossimo speciali
Come se, attraverso quell’armonia e quelle parole, potessimo raggiungere la sublime sensazione di essere unici.

E invece, siam dovuti scendere tutti a patti col fatto che, in realtà, ci sentiamo tutti soli e lo siamo tutti nello stesso identico modo. 
Quindi, visto che i miei contatti sono essenzialmente i mei amici di sempre, si è aperta proprio una voragine, un buco nero che ci ha riportati direttamente al 2016.
Quello che è cambiato, però, è il fatto che prima mi avrebbero scritto un messaggio sul quanto fosse strappalacrime “il nuovo pezzo de I Cani”. Ora, l’hanno fatto con una storia Instagram. 
Chissà se a Contessa piace questo elemento, visto che sono passati anni dalla chiusura della pagina Facebook de I Cani.

2. passano gli anni, ma la storia è sempre quella

Prima parlavamo di ansia e depressione. Il cavallo di battaglia de I Cani. 
E la verità è che c’hanno pure ragione. 
Prendiamo come esempio la prima strofa di alla fine del sogno (demo) e ascoltiamola insieme.

Eccomi, sono arrivato al termine anche questa volta
Sono alla fine, sto per toccare il fondo
Sento che dall’altra parte già si strappa la mia tela
Un’altra volta, per l’ennesima volta

© Lisa Micali

Il sound è quello a cui ci hanno abituati sin dall’inizio. Nulla da dire. Il testo? Anche. 
Non sappiamo quale sia la storia del brano. 
È una demo che annuncia il prossimo album? È un pezzo composto un po’ di tempo fa e mai inserito negli album? È una semplice prova? È un addio?Non chiedete, perché non riceverete risposta. E non credo che il testo sia in grado di fornirci una visione d’insieme ma, con quattro semplici frasi, ritroviamo i temi cari a I Cani. 
Quella sensazione di malessere diffuso che parte da una parte precisa del tuo essere, che può essere banalmente il tuo cuore, e che poi si diffonde ovunque. 

Ansia e depressione, dicevamo. In realtà, visto il periodo storico in cui viviamo, credo che la diagnosi più accurata sia: acuta forma di malinconia.
Quante volte quest’anno avete pensato di toccare il fondo per poi scoprire che c’è sempre ancora un po’ di terra da grattare per andare ancora più a fondo? Quante volte vi siete sentiti dilaniati da un’infelicità che non sapevate di poter provare o che addirittura pensavate di non potervi permettere visto che c’era sempre qualcuno a cui andava peggio?
Lo so, non c’è bisogno che mi rispondiate. La verità è che ci sarà sempre un’altra volta in cui vi sentirete così e sarà l’ennesima volta in cui dovrete fare qualcosa per ribaltare la situazione. 
O quanto meno provarci.

3. .alla fine del sogno significa lasciar andare quello che non serve

Diciamo che I Cani hanno sempre trattato temi complessi come la vita, l’amicizia e l’amore con un occhio un po’ cinico e ironico, che non guasta mai di questi tempi. Basti pensare a “Le Coppie” (e qui ci prendiamo un minuto di silenzio per chi ha trovato la propria epifania dopo averla sentita. Sublime come momento, vero?).
La mia interpretazione forse è frutto della pandemia: stare in casa fa pensare un sacco.
Quindi, la seconda parte di alla fine del sogno per me è stato un invito a guardarsi dentro, a cercare tutti i difetti, tutti gli errori e tutti i peccati, prenderli e lasciarli andare.

Eccomi, tutto diventa schiuma e torna dentro il mare
Il bene e il male, tutto torna nel mare
Sento che dimеntico il mio nome e tutto il mio passato
Quello chе sono stato non mi serve più a niente, non significa niente
Io non sono più io, io non sono più niente

© Lisa Micali

Provate. Fate questo esercizio: scrivete su un foglio tutto quello che vorreste lasciarvi alle spalle, tutto quello che vi ha fatto male, che vi ha deluso o tradito. Guardate quel foglio e lasciatelo andare, bruciatelo, accartocciatelo, fate voi. 
Ma ora non conta più, è una sofferenza che non vi appartiene più.
Non che basti questo a far andare via quella malinconia, sia chiaro. Però vi sembrerà di respirare un po’ meglio. E se dovesse scapparvi qualche lacrima, prendetevi il tempo di farla scorrere.
Nessuno vi corre dietro.

4. alla fine del sogno può essere è una rinascita 

Non me ne vogliano Contessa e gli altri se ho dato un’interpretazione diversa a quello che loro avrebbero voluto o non voluto trasmettere. 
Il mio viaggio mi ha portata qui e se anche voi siete giunti a questo punto con me, avrete capito che quello che vi siete lasciati alle spalle è morto. 
Ma anche se un sogno giunge al termine o se quello che avete sognato non è realizzabile, non vuol dire che non ce ne possa essere un altro ancora più meraviglioso appena girato l’angolo. 

Alla fine del sogno, io sono pronto
Per la fine del sogno, io sono pronto
Io sono pronto, io sono morto

© Lisa Micali

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Le nostre collaborazioni

  • biennale della fotografia femminile mantova
  • immagini in movimento bergamo
  • Milano Sunday Photo cascina cuccagna
  • musa scuola fotografia monza milano
  • progetto genderqueer no binary
  • enbypost
  • SupportArt dress like a pieece of art
  • irriverender

Iscriviti alla newsletter

Rimani aggiornato sulle pubblicazioni e sulle attività de Il Sublimista® iscrivendoti alla Newsletter, così da ricevere missive periodiche con contenuti Sublimi.

Il Sublimista® è un progetto letterario e fotografico nel quale cultura ed estetica coesistono, complementandosi.

Attraverso conversazioni con artisti, approfondimenti su libri, cinema, storie, luoghi, musica, moda e lifestyle vuole ispirare la ricerca del sublime.

Instagram


Il Sublimista® non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità. Pertanto, non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della Legge n. 62 del 7.03.2001. Le opinioni espresse su Il Sublimista® sono interpretazioni personali degli autori e non hanno lo scopo di offendere o danneggiare alcun individuo o categoria. Gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ai post. Faremo comunque del nostro meglio per gestire i confronti in un’ottica sempre costruttiva.

© Manuela Masciadri
Copyright | Privacy Policy | Cookie Policy | Aggiorna le impostazioni di tracciamento della pubblicità

Design & Dev: La Fabbrica dei Mondi