Le onde delle sue opere monumentali ricordano gli alti e bassi della vita e ci raccontano la fermezza di una donna che ha rivoluzionato l’Architettura; e non solo.
Zaha Hadid: La prima Archistar
Archistar, Snob Celebrale, Determinata termini più utilizzati con cui veniva presentata, e ora ricordata.
La mia celebrazione alle vite e le opere di artisti che hanno contribuito alla mia crescita personale e professionale propone oggi la visione, la determinazione e alcune delle opere realizzate da una donna straordinaria, Zaha Hadid.
Architetto e designer di origine Irachena, è stata la prima donna a ricevere il Premio “Pritzker” il “Premio Nobel” dell’Architettura.
Nel 2010 il “Time” la include tra le personalità più influenti al mondo.
Zaha Hadid lascia il segno, non solo per l’indiscussa competenza ma per la sua ostinata determinazione e perseveranza, che le hanno permesso di affermare la sua visione “scomposta” di qualcosa che è sempre tutto piatto.
Zaha Hadid ha trasformato le superfici scaturite da una linea in una danza virtuale e le ha abilmente ripiegate su se stesse, portandole in viaggio nello spazio. Non compromessi ma unioni, onde, strutture allungate, angoli e spazi fluidi.
Unicità con il territorio in cui l’architettura nasce, essa è davvero un benessere. Da un lato si tratta di un utile riparo, dall’altro di un piacere per la vista. Esempio è la stazione marittima di Salerno in cui il mare e la terra si fondono in un’unica architettura.
Zaha Hadid porta la realtà circostante all’interno delle sue opere, perché ogni opera deve dialogare con il territorio in cui si trova e accogliere il pensiero e la cultura del luogo in modo che chi osserva possa cercare e trovare la propria identità.
Il suo concetto di design è espresso nel vaso FLOW ideato per Serralunga, particolare scultura a tutto tondo che mostra un profilo diverso da ogni angolazione lo si guardi. Suggerendo allo spettatore che esiste sempre una visione diversa e stimolando ad ampliare i propri orizzonti.
Il Maxxi, museo nazionale delle Arti del XXI secolo, Roma.
L’idea del campus della cultura, funziona.
È come attraversare un paesaggio, non sai esattamente dove ti trovi.
È lineare ma non è un processo lineare.
Le pareti curvilinee, i diversi volumi e quote, creano un ambiente quasi spaziale, dando libero spazio alla fantasia e percorsi sempre diversi.
“Con il gioco delle pareti curve, ho voluto creare uno spazio dove si potessero organizzare mostre senza limiti dell’allestimento”
Per descrivere la Torre Hadid, che costituisce uno dei tre grattacieli del progetto City Life di Milano, il cui scopo è la riqualificazione della zona Ex Fiera, credo che non ci siano espressioni migliori se non questa citazione della stessa Zaha Hadid .
“L’architettura deve offrire piacere, le persone dovrebbero provare una sensazione di armonia al di la delle dimensioni o del valore economico della stessa”
Ogni sua opera sembra suggerirci che la vita è piena di alti e bassi, di tortuosi tornanti con scarsa visibilità ma anche di insenature e scorci meravigliosi, a volte invisibili, solo perché per vederli bisogna osservarli, superando la comoda visione superficiale, scavando a fondo, analizzando i dettagli, per scoprire dall’interno il senso delle cose.
Credo che oltre alle grandi opere, sia questa la vera eredità lasciataci da questa straordinaria donna da competenza e genio fuori dal comune; l’invito, il suggerimento e azzarderei il dovere di ampliare la nostra visione. Facendoci domande, ascoltando e imparando sempre e da qualsiasi situazione, allenando e formando così un proprio spirito critico.
Maurizio Chieregato
GRAZIE Giulio per avermi fatto conoscere Zaha Adid e complimenti per il tuo articolo!!!
Giulio Cassisa
Grazie a te Maurizio per aver letto l’articolo e sono contento di averti fatto conoscere questo personaggio straordinario!!
Maurizio Chieregato
Zaha Hadid
jules
è puro senso del sublime il talento di zaha adid lo spazio senza confini eppure confinato in
modo tale da non far vedere un inizio ed una fine sii tu spazio sii tu contenuto e modula la forma divenendo allo stesso tempo partecipe di quella forma hai lasciato il segno per un avvenire morbido