Studi Inversi: quando fotografia e pittura si scambiano i vestiti

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Studi Inversi: quando fotografia e pittura si scambiano i vestiti

Una serie fotografica che celebra gli Studi preparatori a sanguigna dei Maestri della pittura. Una visione poetica dell’”indefinito e del vago”, in cui Leonardo e Michelangelo ben rispecchiano un’epoca incerta come la nostra.

La tecnica del disegno con la matita a sanguigna: gli Studi Preparatori di Michelangelo e Leonardo

Gli Studi preparatori di Michelangelo e Leonardo mi hanno da sempre affascinato. La sanguigna, resa arcinota da questi Maestri (e, nei secoli successivi, da molti altri ancora) era lo strumento d’eccellenza per realizzarli: essendo infatti una terra, questa è il medium secco più adatto a conseguire un’esecuzione grafica essenzialmente pittorica. Rispetto a grafite e carboncino, indicati per la resa dei contorni, la sanguigna avvicina il disegno all’atto del dipingere.

I legami tra Fotografia e Pittura: dallo schema di luce Rembrandt alle opere di Sarah Moon e Nick Knight

Soffermiamoci adesso qualche istante sullo stretto rapporto che la fotografia intrattiene ancora oggi con la pittura.

Se da un lato la fotografia è senz’altro un’arte autonoma, profondamente differente da tutte le altre,
e che ha saputo elaborare un linguaggio peculiare, con i propri parametri e caratteristiche, è altrettanto vero che, da sempre, i fotografi trovarono nell’arte pittorica una ricca tradizione cui attingere per stilemi, tagli d’immagine, effetti, ed insomma, in generale, ispirazione.
Basta pensare a come l’illuminazione, nei quadri di taluni pittori, abbia a lungo fatto da riferimento privilegiato e da punto d’arrivo per diversi fotografi (ad esempio, lo schema di luce Rembrandt o la famosa luce caravaggesca); pensiamo, ancora, alla corrente del pittorialismo, che in anni in cui la fotografia non veniva recepita come arte, ma come mera registrazione della realtà, ricorreva a tecniche mirate a renderla più simile a un dipinto. A tutt’oggi, la fotografia, specie se artistica, fa spesso ricorso ad espedienti analoghi.

Diversi fotografi contemporanei non celano la loro fascinazione per il mondo della pittura, spesso emulato con risultati talora straordinari e diversissimi fra loro.
Sarah Moon, Javier Vallhonrat, Nick Knight, A. J Hamilton, Elizaveta Porodina: la lista dei fotografi che si ispirano al mondo e al linguaggio pittorico è folta e variegata.

Naturalmente, è vero anche il contrario, e dalla fotografia, a loro volta, parecchi pittori traggono più di qualche lezione.

In fin dei conti, fotografia e pittura sono come due sorelle: si guardano con reciproca invidia e diffidenza, ma non disdegnano, talvolta, di scambiarsi i vestiti.

© Federico Piva
© Federico Piva
© Federico Piva

I disegni con la matita sanguigna ispirano “Studi inversi”: una serie fotografica che celebra la bellezza del corpo, con un omaggio alla tecnica dei maestri della pittura

È da questa constatazione che ha preso le mosse Studi Inversi, un piccolo omaggio a ritroso, che celebra la bellezza del corpo femminile attraverso lo stile evanescente degli studi a sanguigna.
La modernità incredibile degli Studi Rinascimentali è data forse proprio dal loro carattere provvisorio e ancillare, che ne decreta l’incompiutezza e un fascino tutto attuale.

Con una sorta di poetica visuale dell’”indefinito e del vago”, gli Studi di Leonardo e Michelangelo ben rispecchiano la cifra emotiva e stilistica di un’epoca incerta come la nostra.

Questo mio percorso a ritroso, dalla fotografia all’arte pittorica, dal moderno all’antico, dal positivo fotografico alla sua inversione appunto, per ottenere, come risultato finale, qualcosa di simile agli antichi bozzetti preparatori, un tempo preludio dell’opera vera e propria, è ben riassunto nell’aggettivo “inversi”, che completa, con stratificata polisemia, il carattere di un lavoro “à rebours”.

Nadie comprendía el perfume
de la oscura magnolia de tu vientre. Nadie sabía que martirizabas
un colibrí de amor entre los dientes.

Gacela del amor imprevisto,

Federico Garcia Lorca

Nessuno capiva il profumo dell’oscura magnolia del tuo ventre.
Nessuno sapeva che martirizzavi
un colibrí d’amore fra i tuoi denti.

Gazzella dell’amore imprevisto,

Federico Garcia Lorca

Due trittici fotografici di esplorazione e progressivo avvicinamento, di frammentazione e ricomposizione identitaria, dal particolare all’insieme, ad una interezza delicata e magica. Quasi un’inquieta ricognizione del corpo femminile, che non senza angoscia approda laicamente ad una impalpabile certezza, enunciabile nelle parole del poeta eretico William Blake:

“The nakedness of woman is the work of God.”
(Proverbs of Hell, William Blake)

“La nudità della donna è il lavoro di Dio”
(Proverbi infernali, William Blake)

© Federico Piva
© Federico Piva
© Federico Piva

Credits:

Photographpy: Federico Piva
Model: Francesca Minucci
Progetto realizzato durante il corso di studi ISFAV

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