Il pluripremiato film di Damien Chazelle è dedicato ai folli e ai sognatori, tra musica e colori. Inseguire le proprie passioni e rinunciare all’amore, ma a quale prezzo? La risposta nella storia di un malinconico pianista jazz. E in un ultimo sguardo.
La La Land: la trama del film
Onore a chi è un po’ folle, a chi ama osare, a chi ama sognare.
Los Angeles, City of Stars, fa da sfondo a una storia d’amore e di sogni nel cassetto, di ambizioni e di sfide quotidiane.
Tra melodie fischiettabili e scarpette da tip tap, si incrociano i destini di un’aspirante attrice e di un pianista nelle cui vene scorre il ritmo del jazz.
I due sconosciuti in questione sono Mia (Emma Stone) e Sebastian (Ryan Gosling).
Il loro incontro avviene per caso, una sera d’inverno, in piena atmosfera natalizia.
Mia, dopo una festa sulle colline di Hollywood, alla quale è stata trascinata dalle amiche a seguito dell’ennesimo provino andato male, si concede una passeggiata serale verso casa.
È in questa occasione che la sua attenzione viene rapita dalle note di un pianoforte, che la guidano all’interno di un locale. È il locale nel quale lavora Seb, che si guadagna da vivere suonando nei piano bar in attesa di realizzare il sogno della vita: aprire un locale di jazz tutto suo.
Il loro è il primo di una serie di incontri-scontri casuali grazie ai quali prende vita un’amicizia sincera, che presto si trasforma nel grande amore, profondo e travolgente, alimentato da complicità e sostegno reciproco.
Innamorati, inseparabili e felici, sono l’uno il supporto dell’altra. Due sognatori che si completano.
Bello, finché non arrivano i primi successi e le ambizioni professionali incrinano il loro rapporto.
Seb e Mia prendono una decisione: lasciarsi andare, con la promessa che non avrebbero mai smesso di amarsi.
Insomma, il finale che non ci si aspetta, almeno da un film con un’anima romantica.
Un finale sospeso tra sogno e realtà, nel quale l’arte batte l’amore uno a zero.
Un finale inatteso e nostalgico che risponde alla domanda che inevitabilmente si pone lo spettatore: come sarebbe andata se l’amore avesse vinto?
Il Significato di La La Land: l’amore per il jazz, tra sogno e malinconia
Quella di Seb per il jazz è una passione viscerale, talmente forte da guidare l’ambizione di aprire un jazz club che faccia conoscere a tutti quella musica impenetrabile, il cui ascolto non è sempre facile, che prende forma e vive nel momento dell’esecuzione grazie al contributo personale del musicista.
Quello per il jazz è un amore incondizionato, che inizialmente cerca di condividere con Mia.
Non riesce a capacitarsi del fatto che lei non riesca ad apprezzare quanto lui quel genere che tra le proprie melodie celebra la libertà, quella musica che si reinventa ogni volta, sempre, grazie a musicisti che creano, improvvisando, la propria musica.
È questo il sogno! Ogni volta nuovo di zecca, ogni sera! Ed è molto esaltante!
Il jazz mescola complessità, creatività e spontaneità, ed per questi motivi che rappresenta, per Seb, l’arte sublime, l’arte che insegue con costanza e l’arte che vuole creare.
Paradossalmente, l’amore per quest’arte è, al contempo, l’ostacolo più grande che si trova ad affrontare, sia per la sua carriera da musicista, sia per la sua vita sentimentale.
Seb non riesce proprio a mandar giù l’idea che i gusti contemporanei possano gettare nell’ombra quel genere musicale che tanto ama e che rappresenta un potente mezzo di comunicazione, che trasmette i valori dell’unione e della condivisione.
Non si rassegna facilmente. Lotta, commette errori, si rimbocca le maniche. Deve salvare il jazz e deve aprire quel locale dove si suoni e si viva a ritmo di jazz.
Ambizioso e determinato, vuole trasformare il sogno in realtà. Ci riesce, ma a quale prezzo?
La La Land: l’amore per Mia, tra passione e rinunce. Significato del finale del film
Il prezzo è Mia.
Vero, detta così suona male. Suona male per due motivi.
Primo, sembra che Seb non abbia mai lottato per quell’amore. Ma è davvero così?
Quel pianista sognatore, quell’uomo innamorato che sceglie di rinunciare alla donna che ama, ma mai all’amore, è lo stesso che lotta, sin dall’inizio, per permetterle di realizzare il suo sogno.
Seb sceglie di “perdere” Mia anche per permetterle di essere ciò che vuole: un’attrice affermata.
È vero, non si precipita a teatro quando Mia presenta al pubblico, praticamente assente, il suo primo intenso monologo teatrale, ma la spronerà a reagire una volta gettata la spugna.
Sarà Seb che, con quella stessa spugna, cancellerà con forza le paure di quella giovane donna che ha già trovato la sua strada, ma teme le curve e i saliscendi.
Non è anche questo amore?
Secondo, sembra, tra le righe, che mettere al primo posto altro rispetto all’amore sia da giudicare come una scelta sbagliata, che sicuramente renderà infelici.
Per gli inguaribili romantici, me compresa, una scelta all’amaro sapore di rinuncia è inconcepibile.
Ciò non significa che sia impossibile, sbagliata o da condannare.
Nella scena in cui si rivedono, dopo anni e dopo aver intrapreso strade diverse, e Seb suona al pianoforte la loro canzone, mi chiedo ancora oggi come abbia fatto Mia a rimanere incollata a quella maledetta sedia e non sia invece corsa da lui.
E lui? Perché non l’ha seguita a Parigi?
La risposta è semplice: non esiste un unico modo di amare. Si può amare anche in silenzio, inseguendo le proprie ambizioni e lasciando che chi ci sta a cuore possa volare via, volare alto, per toccare con mano la gioia del sentirsi realizzato.
Dedicato ai folli e ai sognatori.
Carla Piera Bellandi 2q11q
È un film che mi ha dato molta felicità e molta tristezza, ma sono contentissima di averlo visto. Non è facile vedere dei film così Belli .Carl
Manuela Masciadri
Troviamo anche noi sia un punto di vista poetico sulla vita molto ben costruito. Grazie per il tuo commento Carla