La prima donna che lottò per la parità di genere ricoprendo una delle tre massime cariche dello Stato: la Presidenza della Camera. Dall’abolizione della patria potestà e della dote alla battaglia per il divorzio e per la liceità dell’aborto. Definita “reggitora” da Fellini, ci lascia in eredità la vocazione a coltivare l’autonomia di pensiero.
Nilde Iotti: dalle origini alla Presidenza della Camera dei Deputati
Emiliana di nascita, romana di adozione, Leonilde Iotti, detta Nilde, è passata alla storia per essere stata la prima donna a ricoprire il ruolo di Presidente della Camera dei Deputati.
Questa donna, questa politica, questa reggitora, come la definì Fellini, fu in realtà molto di più, dimostrando di essere un esempio per molte generazioni.
Orfana di padre fermamente antifascita, Nilde Iotti si laurea in lettere alla Cattolica di Milano, perché, citando le parole paterne, è meglio stare con i preti, che con i fascisti.
Nilde Iotti sceglie poi di aderire al PCI e di entrare nelle file della Resistenza, operando nei “Gruppi di difesa della donna”, ovvero in quegli organismi nati per garantire assistenza ai combattenti, ma presto divenuti centri per la rivendicazione dei diritti delle donne.
Intellettuale impegnata, ma soprattutto politica lungimirante, sin Nilde Iotti da subito dimostra di essere una voce fuori dal coro.
Lei, che a soli 26 anni è membro dell’assemblea costituente e che con intelligenza e caparbietà si conquista un’autorità nel partito, dimostrando di non essere semplicemente la compagna di Togliatti, aveva scelto di battersi in prima linea per l’emancipazione femminile.
Nilde Iotti: l’emancipazione femminile e la conquista di nuovi diritti civili
“Comprenderete la mia emozione per essere la prima donna nella storia d’Italia a ricoprire una delle più alte cariche dello Stato. Io stessa – non ve lo nascondo – vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione.
Essere stata una di loro e aver speso tanta parte del mio impegno di lavoro per il loro riscatto, per l’affermazione di una loro pari responsabilità sociale e umana, costituisce e costituirà sempre un motivo di orgoglio della mia vita.”
Nilde Iotti, discorso di insediamento alla Presidenza della Camera dei Deputati, 20 giugno 1979
Questo è un estratto del discorso di insediamento alla Presidenza della Camera dei Deputati pronunciato da Nilde Iotti dopo la sua nomina. Siamo nel 1979 e fino ad allora nessuna donna aveva ricoperto una delle tre massime cariche dello Stato.
L’operato politico di Nilde Iotti si intreccia con la lotta per la conquista di nuovi diritti civili, volti alla promozione del bene comune, tra cui quelli legati alla famiglia e al ruolo della donna.
Nilde Iotti amava definirsi femminista, ma innegabilmente divenne presto espressione concreta del movimento femminile.
Nilde Iotti e la lotta per la parità di genere
Dal ’46 le donne potavano votare, ma perché dovevano essere ancora schiave della disoccupazione? Perché non potevano accedere alle cariche pubbliche? Perché non potevano sciogliersi liberamente dal vincolo di un matrimonio privo di amore e rispetto reciproco? Perché dovevano morire sotto i ferri delle mammane per aver scelto di interrompere la gravidanza?
Dall’abolizione della patria potestà all’abolizione della dote, dalla battaglia per il divorzio alla liceità dell’aborto, passando per la lotta a favore della parità di genere: Nilde Iotti fu una pioniera coraggiosa che scelse di combattere le battaglie più audaci in prima linea, mettendo in campo quelle idee riformatrici che contribuirono all’affermazione di una democrazia paritaria.
Sarà Nilde Iotti a dare voce a quelle donne, in un’Italia ancora fortemente patriarcale e nella quale troppo spesso le Istituzioni si dimostravano arretrate rispetto ai rapidi cambiamenti di un Paese che correva verso la modernità.
L’eredità di Nilde Iotti: autonomia di pensiero e rispetto delle istituzioni
“Alle donne, alle mie compagne, alle amiche, credo di aver lasciato in eredità la vocazione a coltivare un’autonomia di pensiero e un grande rispetto delle istituzioni.” Nilde Iotti.
Se le conquiste del passato hanno migliorato il nostro presente, lo dobbiamo anche a Nilde Iotti, una donna che, con integrità e autorevolezza, ha saputo incarnare una concezione nobile della politica e delle istituzioni, impegnandosi a favore dei diritti di libertà e uguaglianza.
L’eredità di Nilde Iotti: il futuro senza stereotipi di genere
Tanto dobbiamo a Nilde Iotti e a quelle donne e a quegli uomini che hanno avviato nuove stagioni di difesa dei diritti, segnando le tappe di una crescita collettiva.
Una crescita che coinvolge equamente uomini e donne, volta a garantire pari diritti e pari doveri.
È giusto che una donna possa scegliere di dedicarsi alla carriera professionale, che venga retribuita come i colleghi e che possa esprimere liberamente la propria opinione, come è giusto che le venga riservato lo stesso rispetto che viene garantito agli uomini.
Allo stesso modo, è giusto che un uomo abbia diritto di sentirsi fragile, di chiedere aiuto senza vergogna o di voler stare a casa per occuparsi dei figli.
Tanto è cambiato, ma tanto resta da cambiare.
Forse un giorno ci libereremo degli stereotipi di genere, dannosi e distruttivi, e andremo oltre quel retaggio culturale che ancora oggi pesa così tanto sul nostro quotidiano.
Quando quel giorno arriverà, smetteremo di sentirci sbagliati e le persone smetteranno di farci sentire tali.