Dalle bizzarre usanze del bisnonno ad un brano che Coco cantava in un caffè-concerto. Dalle vetrate dell’orfanotrofio nel quale è cresciuta alla facciata di un castello; fino al fascino misterioso delle camelie. Un’analisi, raccontata e illustrata, delle origini di uno dei loghi più celebri della storia.
© Foto: Horst P. Horst, 1934. Coco Chanel sul divano.
Coco Chanel: significato della doppia C, tra leggende e verità
La doppia C, che nell’immaginario collettivo sta per Coco Chanel, in realtà sembra affondare le proprie radici nell’ambiente familiare di Gabrielle. Il bisnonno falegname della celebre stilista, tal Joseph Chanel, aveva la bizzarra usanza di incidere i suoi mobili con le proprie iniziali JC associando le due lettere al nome di Gesù Cristo (Jesus Christ) ma, essendo un uomo devoto, credente e praticante, decise che il rispetto verso il Cristo dovesse prevalere sulla sua megalomania e sostituì la J con la C, consacrando il monogramma alla storia.
L’origine del nome COCO deriva dal titolo di un brano che Gabrielle cantava quando si esibiva in un bar in cui lavorava; il titolo della canzone era “QUI QU’A VU COCO”.
L’orfanotrofio, ricavato dal sottotetto dell’abbazia cistercense di Aubazine, dove Gabrielle visse la sua infanzia, è un luogo che la accolse e la crebbe, ma, allo stesso tempo, segnò nel profondo la sua vita; si narra che, proprio osservando le vetrate dell’edificio, trasse l’ispirazione per creare le due famose C che identificano il suo nome d’arte.
Esiste anche un castello rinascimentale, sulle colline di Nizza, le Chateau de Crémat, nel quale si narra che Gabrielle Bonheur Chanel soggiornò in occasione di un viaggio in Francia ospite dell’ereditiera americana Irène Bretz; su una delle facciate della dimora, notò un medaglione in strucco dorato che raffigurava due C incrociate sormontate da una corona, ma altri monogrammi erano sparsi un pò ovunque negli ambienti esterni del castello.
Chanel Haute Couture e Virginie Viard, per la Primavera-Estate 2020, consegnano alla storia una memorabile sfilata scegliendo come location proprio l’austero orfanotrofio in cui crebbe la celebre stilista.
La grafica minimalista della doppia C viene anche associata all’incrocio di due petali di camelia, il fiore più amato da Gabrielle; la data ufficiale della nascita del logo CC risale al 1909, anno in cui venne aperto l’atelier Chanel negli appartamenti Balsan di Parigi, la registrazione ufficiale del logo della maison avvenne nel 1924.
La camelia bianca è il simbolo di Coco Chanel: è il fiore elegante per antonomasia, capace di donare luminosità e fascino a qualsiasi donna. Non perde i petali, per questo è immortale, non emana profumo, per questo lascia la donna libera di indossare qualsiasi fragranza sulla pelle, è bianco come il candore dell’infanzia e della sposa, per questo Gabrielle lo ha scelto.
Ne rimase estasiata in occasione di una pièce teatrale de “La signora delle camelie” di Alexandre Dumas (figlio), interpretata da Sarah Bernhardt, opera nella quale i protagonisti maschili indossavano eleganti giacche con appuntata nel bavero una candida camelia come emblema di raffinata ricercatezza.
Quel fiore all’occhiello era il “lapel flower” prediletto dai dandy e divenne simbolo della maison Chanel a partire dal 1923, quando fece la sua prima apparizione su una cintura abbinata all’iconica CHEMISE BRETON, chiamata anche “la marinière”, che Gabrielle ebbe l’intuizione di creare passeggiando un pomeriggio d’estate sulla spiaggia di Etratat in Normandia.
Nel 1983, Karl Lagerfeld realizzò un leggendario abito da sposa haute couture interamente ricamato con camelie bianche in onore di Coco.
Paolo
Complimenti cara Loredana sei affascinata dall’eleganza francese !Bon goût ma chère! Paolo
Loredana
Grazie dei complimenti, il fascino di un’icona della moda come é e sempre sarà Coco Chanel, rimarrà un simbolo di glamour nella storia della moda. Loredana
Valeria Santi
Cara Loredana,
Scrivi in modo straordinario e hai saputo rendere in maniera eccellente il gusto, la raffinatezza e il mondo della celeberrima stilista. Anche la scelta delle immagini e dei video è azzeccata e innovativa . Grazie e complimenti,
Valeria Santi
loredana
Grazie Valeria, la stima che ho per te mi onora del fatto che tu abbia apprezzato il mio articolo.