Adaline e l’eterna giovinezza che non vogliamo davvero

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Adaline e l’eterna giovinezza che non vogliamo davvero

Perchè è meglio vivere davvero, che sopravvivere in eterno. Il tema dell’immortalità raccontato attraverso la storia di una donna che non invecchia mai, e del perchè questo non la fa vivere davvero; fino al finale.

“Anni, amori e bicchieri di vino sono cose che non si dovrebbero
mai contare.”

Adaline, l’eterna giovinezza. La trama del film

È il 1937.
Adaline Bowman è una ventinovenne vedova, madre della piccola Flemming.
Nell’inverno di quell’anno, è vittima di un incidente automobilistico insolito, almeno per le conseguenze: il veicolo sul quale viaggiava viene colpito da un fulmine, la cui scarica elettrica, per un avvenimento paradossale, non la uccide, ma la rende immune al passare del tempo, condannandola all’eterna giovinezza.

© Adaline, L’eterna giovinezza di Lee Toland Krieger

Inizia così per lei una nuova vita (o un vero e proprio calvario): intrappolata nel corpo di una giovane donna, attraversa un intero secolo cambiando costantemente nome, residenza e aspetto.
Ogni dieci anni, una nuova identità.
Ogni dieci anni, una nuova vita.
Da capo, ogni volta.
Un intero secolo vissuto fuggendo e sfuggendo all’amore.
Perché l’amore ti lega a qualcuno con cui speri di condividere la vita, con cui speri di invecchiare, e per lei questo non era possibile.

La bella, intelligente, riservata Adaline non aveva però fatto i conti con il potere dei sentimenti e nemmeno con il vortice di emozioni che avrebbe travolto la sua sopravvivenza.
O forse sì.
Forse sapeva che non avrebbe mai potuto vivere nessun legame fino in fondo.
Sapeva di essere destinata a soffrire perché avrebbe vissuto senza avere davvero una vita.

tratto dal film Adaline
© Adaline – L’eterna giovinezza di Lee Toland Krieger

Nonostante tutto, non ha mai lasciato che lo sconforto prendesse le redini della sua esistenza. 
Ragazza tosta, Adaline.

Con fermezza, ha lottato quotidianamente contro il timore costante di essere scoperta, cosa che l’ha portare a riservare un’attenzione quasi maniacale ai dettagli, anche quelli apparentemente più insignificanti.
Con la forza d’animo che l’ha contraddistinta negli anni, ha convissuto con molteplici forme di sofferenza.

Ha sofferto nel vedere Flemming invecchiare, l’unica vera fonte di conforto e di sostegno, l’unica che conosceva quel segreto inconfessabile.
A nessun altro, se non a quella figlia che si è fatta madre, aveva svelato il suo strano destino, perché doveva e voleva garantire la libertà e l’incolumità della stessa Flemming. 
E per buona parte del film sarà così.

© Adaline – L’eterna giovinezza di Lee Toland Krieger

Ha sofferto a causa dei ricordi, ricordi di cui la pellicola ci rende partecipi grazie a un susseguirsi di sequenze di analessi che portano alla luce un intenso mondo emozionale: strade, luoghi, fotografie sono macchine del tempo che la riconducono ad attimi vissuti e a conseguenti stati d’animo.

Ha sofferto per la mancanza di qualcuno da amare, anzi, da poter amare. Questo il dolore più duro da sopportare perché, in fin dei conti, tutti abbiamo bisogno di appartenere a qualcuno.

Ha sofferto tanto da essere stanca di fuggire e di mentire per paura, tanto da essere stanca di non vivere e di sopravvivere in un eterno presente.

Donna forte, Adaline, che tiene fede al suo giuramento per anni.
Ogni decennio, una nuova identità.
Una nuova vita.
Da capo.
Sempre.

No, questa volta no. È il 2015.

No, perché questa volta l’amore è più forte di tutto.
Un amore di nome Ellis è più forte delle insicurezze, delle paure e dei pianti.
Con la persona giusta, insicurezze, paure e pianti non esistono più.

– Ti prego, dimmi qualcosa che possa portare con me per sempre.”
– “Lasciati andare.”

L’incontro con Ellis avviene per caso, la notte di Capodanno.

© Adaline – L’eterna giovinezza di Lee Toland Krieger

Per lui è un colpo di fulmine. Per lei, che nell’ultimo capitolo della sua storia da fuggitiva si presenta come Jennifer, anche. Solo che “Jennifer” non può (non vuole) abbandonarsi a quell’amore complice.
Sta di fatto che, per quanto cerchi di comportarsi come la solita vecchia Adaline, il destino le gioca un brutto (o bello) scherzo. Scopre infatti che il padre di Ellis è William Jones, un ex studente di medicina con il quale, negli anni Sessanta, aveva avuto un’importate storia d’amore, nonché l’unico uomo della sua vita al quale aveva rivelato il suo vero nome.
È sufficiente che William pronunci quel nome, Adaline, perché le si geli il sangue.
Lei non tarda a riconoscerlo e per salvarsi da una situazione imbarazzante, che non poteva certo risolvere con una spiegazione logica, sostiene di essere la figlia di quella Adaline conosciuta da William anni prima nella campagna inglese.
Lui le crede, almeno finché lei non viene tradita dalla cicatrice sulla mano sinistra: era stato lui a suturare la ferita a seguito di un piccolo incidente.

Adaline, il significato del film.

© Adaline – L’eterna giovinezza di Lee Toland Krieger

Confessare significa smettere di mentire, smettere di fuggire. È una prova durissima, ma è l’occasione da cogliere per poter tornare a vivere, finalmente.
È la scelta giusta. Lei lo sa.
Ancora una volta il destino le viene in aiuto: un altro incidente, un arresto cardiaco, una scarica, quella del defibrillatore. Una scossa che, oltre farle riprendere il naturale processo di invecchiamento, fa maturare in lei la consapevolezza che non c’è niente di più sbagliato del non-vivere per paura e non c’è niente di più Sublime del dare valore alla vita.

A questo punto il tempo si ferma. Si ferma per esigenze di sceneggiatura, per destino, per amore.
Nessuna nuova identità, solo una nuova vita: la vera vita di Adaline, quella che lei decide di vivere. 
Perché, al di là dei colpi di scena e del puro sentimentalismo, capisce che non può e non deve nascondersi.
Non possiamo e non dobbiamo nascondere ciò che siamo.
E non valgono giustificazioni come la paura di non essere accettati o amati, così come la paura di non poter accogliere e amare qualcuno come vorremmo.
Non esistono giustificazioni, esistono solo decisioni: la decisione di esserci per vivere, e non per sopravvivere, e la decisione di condividere, gioie e dolori, con chi, per noi, vuole esserci.

© Adaline – L’eterna giovinezza di Lee Toland Krieger

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