Il racconto, fotografico e narrativo, di una gita in un luogo sospeso tra bellezza della natura e potenza del creato; tra le distese di verdi pini e il gorgoglio di un torrente. Un paesaggio, non molto lontano da noi, che ci fa assaporare un po’ di Sublime.
Rifugio Lavarella. La gita
“Siamo arrivati” dice Lui, fermando la macchina al parcheggio del rifugio.
Quella mattina ci eravamo svegliati presto, avevamo fatto gli zaini, preparato l’occorrente per l’escursione e riguardato il percorso, chini sulle cartine stropicciate.
Ne avevamo scelto uno poco impegnativo che ci avrebbe portati in una vallata tagliata da ruscelli a 2042 m di quota. Il posto, dalle foto della guida, sembrava stupendo e restituiva un senso di pace.
Abbiamo caricato la macchina con solo la fredda brezza del mattino a farci compagnia e dopo un breve viaggio eravamo arrivati al punto di partenza della nostra gita.
Il sentiero, dopo una svolta, si perdeva tra le rocce, in salita.
“Iniziamo bene”, pensai mentre mi issavo lo zaino sulle spalle.
Non c’era moltissima gente e la giornata si prospettava magnifica: neanche una nuvola viaggiava in cielo.
Ci siamo incamminati in silenzio, ascoltando la natura e il nostro respiro. Il sentiero ghiaioso, quasi tutto esposto al sole, si inerpicava tra i massi facendoci salire molto rapidamente.
Tra i fiori viola, api e farfalle danzavano. A un tratto una distesa di pini mughi comparve davanti ai mostri occhi. Il verde scuro degli alberi e il grigio delle rocce erano i due soli colori a dominare l’orizzonte.
Da lì, il sentiero proseguiva verso il basso e si congiungeva con una strada alternativa.
Le due strade, unite, si aprivano una via più larga.
“Dobbiamo proseguire per di qua”, disse Lui indicando un cartello. “Siamo a buon punto”.
Dopo una breve sosta abbiamo ripreso a camminare, ascoltando il gorgoglio di un torrente.
La strada era ripida e mi sono occorse diverse pause.
Una volta in quota, il panorama si apriva su una distesa di pini. Sotto di noi, il torrente proseguiva il suo corso diventando più tranquillo mano mano che salivamo.
Il sentiero, adesso, proseguiva in piano. Un gruppo di placide mucche riposava all’ombra, mentre un gatto le sorvegliava da lontano. Adesso la meta era vicina.
Rifugio Lavarella. L’arrivo
Dopo un’altra piccola salita , ecco il nostro paradiso: una valle incuneta tra una cintura di montagne. Il panorama era stupendo davvero, anche meglio di come me l’ero immaginata guardando le foto.
Eravamo arrivati e davanti a me c’era la bellezza della natura e la potenza del creato.
“Qui Dio si è impegnato!” disse Lui puntando i suoi occhi chiari nei miei. Non potevo che essere d’accordo
Il rifugio Lavarella
Situato nel parco naturale Fanes – Sennes e Braies in Alto Adige, a 2.042 m sopra il livello del mare, nell’alpe di Fanes Piccolo, il rifugio si trova lungo la vecchia strada militare che collega il rifugio Pederü a Cortina d’Ampezzo.