Il silenzio delle notti e il profumo dei fiori di Tahiti, che hanno ispirato il pittore sintetista che doveva “chiudere gli occhi per vedere”, interpretati dall’obiettivo di un fotografo e dalla penna di una poetessa, tra le mura del Loft del Sublimista.
Foto: Antonello Ferrara
Testo: Rita Casalini
Modella: Ivy – Wave Management
Make Up: Asja Redolfi
Location: Loft del Sublimista
“Hanno un’ombra bellissima
le lacrime spezzate,
combaciano sulla lingua:
si fanno perimetro.”
In balia.
Mi piace vagare e perdermi in questo luogo che non conosco. Un agglomerato di tetti, terra e acqua dolce che non ci tiene a conoscermi. Lascio lacrimare dalle feritoie dell’anima, lascio scorrere i riferimenti primitivi che la mia mente continua a presentarmi. Per piangere devo tenermi gli occhi. Per piangere devo tenere gli occhi chiusi.
E lì, vedo: vedo lei, una danzatrice davanti a me. Una donna notte di fiori, coltiva fiori sulla pelle e li lascia riposare nel bianco del giorno. Mi intravedo sulla soglia: mi chiede di ballare e io non posso farlo, così appesantito da tutto ciò che non sono o che non ho. Ho miriadi di sassi bianchi nelle tasche. Ma lei insiste, con le spalle nude e gli occhi insiste, senza parole insiste. Svuoto le tasche sul pavimento rovinato della sua casa. I sassi trovano un senso: si fanno strada, si fanno perimetro per il mio tramonto.
L’acqua scorre e ci scorre dentro, lei mi guarda solo attraverso uno specchio: gli occhi neri che semplificano, gli occhi neri che mettono in fila tutti gli anni di incoerenze collezionate.
Ha le mani lunghe, come i rami e le onde, odora il suo asciugamano. Lo faccio anche io. C’è una luce che sembra seminare profumi futuri nell’aria.
In balia io dondolo, la perdo, la attendo e la ritrovo: vestita di bianco, avvolta nella bellezza.
Niente fiori neri, siamo soli: imbevuti di luce.
È vestita di fulgida fiducia, sonno ed ipnotico abbandono.
Ha una bocca marea, mani di terra, capelli serpenti
e occhi volutamente, per me,
aperti.
“Non dipingete troppo secondo natura.
L’arte è astrazione;
ricavatela dalla natura,
mentre sognate di fronte a essa.”
Paul Gauguin. Citato in AA.VV., Il libro dell’arte, traduzione di Martina Dominici, Gribaudo, 2018, p. 271.
«La civiltà mi sta lentamente abbandonando. Comincio a pensare con semplicità, a non avere più odio per il mio prossimo, anzi ad amarlo. Godo tutte le gioie della vita libera, animale e umana. Sfuggo alla fatica, penetro nella natura: con la certezza di un domani uguale al presente, così libero, così bello, la pace discende in me; mi evolvo normalmente e non ho più vane preoccupazioni».
“Possa venire il giorno (e forse verrà presto) in cui fuggirò nei boschi di qualche isola dell’Oceania, a vivere d’estasi, di calma e d’arte, circondato da una nuova famiglia, lontano dalla lotta europea per il denaro. Lì a Tahiti potrò ascoltare, nel silenzio delle belle notti tropicali, la dolce musica sussurrante degli slanci del mio cuore in amorosa armonia con gli esseri misteriosi che mi saranno attorno. Finalmente libero, senza preoccupazioni di denaro, potrò amare, cantare e morire”
Alessandro Cama
Bellissima interpretazione totale …un lavoro di squadra che rende ancora più potente la sinergia di effetti che coinvolge i sensi lasciando un dolce ricordo nei pensieri…
salvo saia
Una magia fatta con parole e immagini che colloquiano per trasmettere emozioni.
Ho imparato tantissimo! Grazie.