Equinozio di primavera: ode alla Natura dei Sabba, Dante e la nostra pelle

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Equinozio di primavera: ode alla Natura dei Sabba, Dante e la nostra pelle

Il 21 Marzo il giorno e la notte hanno la stessa durata (12 ore). In questo particolare momento dell’anno l’orologio cosmico è perfettamente in equilibrio. Luce/buio, giorno/notte, maschile/femminile: tutto è perfetto e possibile.

I toni lunari dell’inverno stanno lasciando spazio al colorato risveglio della Natura. Se fino a ieri eravamo avvolti nel buio, da oggi iniziamo a vivere nella luce; ogni giorno un po’ di più.

Nei rituali pagani si celebrava questo momento con un Sabba.
Sotto a grossi alberi di noce, dai cui rami filtravano raggi di luna, si festeggiava la vita, la fecondità e il benessere nel presente; feste in onore di Dioniso, simbolo dello slancio erotico e creativo, danze di corpi nudi e ode alla gioia di vivere.

Il paganesimo, nel suo significato originario, era inteso come un modo di vivere che esortava a ricercare un profondo collegamento con la Natura, a sentirsene parte, rispettandola e seguendone i potenti flussi, con la consapevolezza che il Sacro risiede in ogni cosa e in ogni essere vivente.

In prima-vera lo zodiaco ricomincia da capo, Dante ha iniziato il suo viaggio catartico (l’anniversario dell’ingresso nella Selva Oscura cade il 25 marzo), le specie animali andate in letargo, escono dalle loro tane e la Natura ricomincia il suo ciclo di fioritura.

Si festeggia la Pasqua, già festa ellenica delle Adonie, che celebra la resurrezione di Adone, splendido giovane amato da Afrodite, poi cristianizzata per celebrare la resurrezione di Cristo la domenica successiva la prima luna piena, che segue appunto l’equinozio di primavera.

La nostra cultura è una fusione millenaria di festività religiose e rituali legati alla Natura:

  • La parole inglese Easter (Pasqua) deriva da Eostre (Ostara – dea della fertilità)
  • I popoli celtici festeggiano il dio della luce con imponenti falò, come buon auspicio di prosperità e di futuro luminoso
  • L’uovo stesso è presente i numerose tradizioni, come simbolo di rinascita

Abbiamo bisogno di vivere questo risveglio lentamente e consapevolmente, in quanto richiede molte energie (per questo è comune sentirsi stanchi, ammalarsi o soffrire di allergie).
Svegliamoci dal lungo torpore invernale, vissuto nei nostri spazi interiori, purificando la nostra anima e riequilibrando la nostra mente, per essere pronti di nuovo all'”altro”.
Apriamo le finestre, facciamo entrare la luce, creiamo correnti d’aria che gonfino le tende facendole danzare, per portare via l’energie ristagnate durante l’inverno. Annusiamo i fiori, osserviamoli ogni giorno per meravigliarci dei loro cambiamenti in armonia gli uni con gli altri.

Puliamo la nostra casa e la nostra anima, bruciamo un Palo Santo, svestiamoci da abiti pesanti e facciamo respirare il nostro corpo accarezzandolo solo con tuniche dai tessuti leggeri. Diamo ossigeno alla nostra pelle (il nostro organo più esteso e diretto contatto con il mondo), riscaldandola sotto i primi raggi di sole, per ricordarle che quello che ricerchiamo non è il buio, ma la luce.

L’esplosione della vita che rinasce culminerà il 21 giugno, con il Solstizio d’Estate. Prepariamoci con amore e dedizione, coltiviamo la pazienza, e facciamoci trovare pronti, con la forza in corpo e l’equilibrio nella mente.

Domenica facciamo un brindisi alla luna piena e celebriamo la nostra vita.
Ad Maiora,
il Sublimista

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