Esiste la città ideale? L’idea di un visionario architetto trasforma un convento francescano in un luogo onirico. Tra simboli, misteriose figure, archetipi e suoni ancestrali, siamo condotti in un percorso alla ricerca inconscia di noi stessi, avvolti nel silenzio di una città ideale in perenne evoluzione di se stessa.
Alla ricerca di luoghi Sublimi: la Scarzuola
Esistono luoghi misteriosi, straordinari, sconosciuti e inaccessibili, luoghi silenziosi dove regna il sublime, luoghi che chiedono di essere scoperti, che sono ammirati e celebrati.
Uno di questi luoghi é il sogno, diventato realtà, di un architetto che idealizzava una città nascosta nel cuore pulsante della lussureggiante Umbria.
La Scarzuola: le origini francescane di un luogo profano
La storia di questo luogo sublime viene citata nelle cronache medioevali del XIII sec. per un singolare evento che vede come protagonista San Francesco d’Assisi.
Fu infatti proprio in questi luoghi che il santo ha costruito una capanna, nello stesso punto in cui aveva piantato una rosa e un alloro, e dal quale era sgorgata miracolosamente una fontana.
Il nome del luogo deriva dalla pianta utilizzata nella costruzione della capanna: il santo infatti ricorse ad una pianta palustre, denominata appunto “La Scarza”.
In memoria di questo avvenimento, i conti di Marsciano decisero di erigere nello stesso punto una chiesa, che ben presto si trasformò in un convento francescano affidato ai Frati Minori.
I locali del convento restarono nelle loro mani sino alla fine del Settecento, quando ne presero possesso i marchesi Misciatelli di Orvieto.
Fu tra il 1958 e il 1978 che l’architetto milanese Tomaso Buzzi, dopo avere acquistato il complesso, progettò quella da lui stesso definí “la sua città ideale”.
(…) il cantico delle creature, con sora acqua, e terra e fiori e sole e luna e animali e persone (…)
La Scarzuola: una macchina teatrale tra sacro e profano
La dicotomia Città Sacra – dove si ergeva il convento francescano – e Città Profana – realizzata da Tomaso Buzzi – é il vero cuore pulsante della Scarzuola.
È qui che si susseguono simboli, misteriose figure, archetipi e suoni ancestrali, in un intricato percorso iniziatico di meditazione che conduce il visitatore alla ricerca inconscia di se stesso, avvolto nel silenzio di una città ideale in perenne evoluzione di se stessa.
La Scarzuola: un luogo onirico, fuori dal tempo e dallo spazio
Tra mistero e stupore, la Città ideale di Buzzi non smette mai di evolversi.
Nel 1981 il nipote del visionario architetto ha rilevato il complesso e da allora continua l’opera di costruzione, concedendo, a chi lo desidera, di imbarcarsi in uno straordinario viaggio onirico.
“Potrei descrivere me stesso idealizzato poeticamente come uno che abita nel suo labirinto, dal quale sia stato cacciato il Minotauro e ne siano usciti Teseo e Arianna dopo la caduta di Icaro. Immagino che Dedalo dopo la morte del figlio Icaro si sia chiuso nel labirinto da lui stesso costruito e abbia continuato a lavorare solo fino a una tardissima età, toltosi per sempre le ali, guardando in modo commosso il cielo, coltivando il suo giardino, passeggiando seguendo gli echi; nel suo giardino delle metamorfosi, seguendo lo svettare di Ciparisso, verso il cielo, le musiche delle acque del vento, il gioco delle ombre opera del sole a lui solo ascose. Così volgerei tutto in poesia.“
Tomaso Buzzi
FONTE:
Erica
Articolo poetico e molto interessante. Grazie!
Loredana
Grazie Erica.
Loredana