Dal talento del regista Ari Folman e della disegnatrice Lena Guberman, un graphic novel che racconta l’olocausto di Anne da un inusuale punto di vista, quello della sua amica immaginaria. Un messaggio ai giovani lettori, ma non solo, perché le persone che incarnano oggi il nome di Anne sono le minoranze in fuga da discriminazioni e violenze; perché è arrivato il momento di dimostrare la nostra intima bontà.
Questo articolo è realizzato in collaborazione con Einaudi Editore.

Dov’è Anne Frank: la trama del graphic novel che racconta l’Olocausto ai giovani lettori
Kitty, l’amica immaginaria a cui Anne si rivolge nelle sue pagine, si materializza e guida il lettore in un viaggio sospeso tra passato e presente. Nel graphic novel di Ari Folman, il diario di Anne Frank prende quindi vita e assume le sembianze di un’adolescente intenta a scoprire che fine abbia fatto la ragazza che le aveva affidato i propri segreti.
Partendo dal diario, testimonianza di una delle pagine più dolorose della nostra storia, Kitty svela i ricordi più felici e i pensieri più scomodi che hanno accompagnato Anne durante i due anni di isolamento, ma non trova traccia del suo destino. Decide quindi di cercare risposte altrove, tra le vie di Amsterdam, dove il nome di Anne è sulle targhe di ponti, scuole, biblioteche. A venirle in soccorso c’è il giovane Peter e con lui famiglie di rifugiati, in fuga da guerre e violenze, costretti a nascondersi per non essere espulsi dal Paese.
Venuta a conoscenza della tragica morte di Anne, e rammaricata di non essere riuscita a salvarla, decide di rendersi utile adesso, nel presente, portando in salvo i profughi e restituendo loro la dignità.

Dov’è Anne Frank. Un graphic novel che invita a riflettere
Gli orrori dell’Olocausto non trovano spazio tra le pagine del libro, mentre affiorano i ricordi felici, i momenti di sconforto, l’amore per il cinema e i sogni nel cassetto di un’adolescente. È Kitty a rivelarci pensieri, desideri e speranze di Anne e a mettere in luce le sue grandi qualità: la fervida immaginazione, il coraggio e la forza vitale.
Ciò che viene riportata al lettore è l’immagine di una ragazza dall’animo buono, che ha subito l’odio di chi di un’anima ne era privo, di uomini qui rappresentati, non a caso, come figure nere gigantesche, con volti coperti da maschere di cera, portatrici impassibili di morte.

Scelte contenutistiche precise, mai scontate, come la decisione di non concludere il titolo con un punto interrogativo. Dov’è Anne Frank non è una domanda.
Forse perché il libro non invita a chiedersi dove sia Anne Frank, ma cerca di spiegare chi siano quelle persone che incarnano oggi il nome di Anne, ovvero uomini, donne, bambini costantemente in fuga da discriminazioni e violenze, minoranze vittime di un odio cieco che non trovano pace nemmeno in società democratiche.

Dov’è Anne Frank. Un messaggio di speranza e un insegnamento di vita
«Fate tutto il possibile per salvare chi è in pericolo. Anche una sola vita,
la vita di un solo bambino, è preziosa»
Oltre che tenere viva la memoria di un pezzo di storia drammatico, l’obiettivo è quello di impartire una lezione ai giovani. Attraverso le parole di Kitty viene trasmesso un messaggio di speranza che è anche un monito affinché non si ripetano le atrocità commesse in passato.

Il dramma dei migranti testimonia come ancora oggi odio e discriminazione siano dilaganti, e forse per questo un domani non troppo lontano verremo giudicati. Ciò non significa che un’inversione di rotta non sia possibile.

Alle nuove generazioni il compito più importante: non ripetere gli errori che hanno irrimediabilmente macchiato la nostra storia, e nemmeno quelli che attualmente compiamo, ma piuttosto agire da cittadini responsabili, attenti al bene comune.
Come aiutarli? Con l’educazione. Educare i giovani all’uguaglianza è nostro compito, e i libri ne sono il mezzo.
“È incredibile che dopo tutto quello che abbiamo sofferto, tutto il male commesso, io creda ancora nell’intima bontà dell’uomo.”